Test Medicina abolito, Ordini contrari: Presto disoccupati
Il ministro Anna Maria Bernini
Via libera dal Senato, con la settima Commissione, al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria: ad annunciarlo il ministero dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che ha sostenuto l’abolizione del test e del numero chiuso al primo semestre, consentendo l’iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere la prova d’ingresso.
Una strettoia, quindi, posticipata di sei mesi, che punta a una selezione basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale.
“Un semestre filtro – lo definisce Bernini – con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi”. Intensificate anche le iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l’ingresso nei corsi di laurea.
Una manovra che però non convince gli Ordini dei Medici. “Al governo chiediamo di riflettere sulla questione del numero chiuso a Medicina. E’ una scelta che non risolve i problemi, ma può complicarli e peggiorare il futuro dei giovani che scelgono di indossare il camice bianco”. Questo l’appello del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli.
Anelli ricorda che solo pochi giorni fa il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, coordinatore delle Regioni, “ha espresso i suoi dubbi sull’abolizione del numero chiuso”, evidenziando, nel suo intervento al congresso dei medici di famiglia Fimmg, come con questo provvedimento “si rischia di fare danni”, riducendo la qualità della formazione e favorendo il calo delle iscrizioni alle lauree infermieristiche di cui il sistema sanitario nazionale ha particolarmente bisogno. Un parere che contrasta, nella Lega, con l’esultanza odierna del suo leader Matteo Salvini.
“Noi continuiamo a ritenere questo provvedimento non risolutivo dei problemi della nostra categoria”, afferma Anelli facendo notare che “siamo già in una situazione in cui un numero di medici sarà presto superiore al fabbisogno. Dal 2027 finisce la gobba pensionistica, quindi avremo un aumento del numero dei laureati maggiore di quelli che vanno in pensione. Fino ad arrivare, nel 2030, a un’inversione del rapporto con un numero di medici disoccupati elevato e dovremo cercare il modo per occuparli. Anche per rispettare i giovani che devono affrontare un percorso formativo di 10 anni, sarebbe ingiusto per loro e svantaggioso per il Paese se si trovassero in condizioni di non trovare un adeguato posto di lavoro”.
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