Economia

Terzo taglio di fila dei tassi, basterà a salvare l’Ue?

di Cristiana Flaminio -


Tutto come previsto, un altro mini taglio, il terzo, per la Bce che sconta di un ulteriore quarto di punto il costo del denaro. I tassi sui depositi ora scendono al 3,25%, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali arrivano al 3,40% mentre quello sui prestiti marginali decresce fino al 3,65%. È il terzo taglio ai tassi di fila. Ed era ampiamente previsto. I falchi battono in ritirata di fronte ai dati choc dell’economia europea. Il capitombolo tedesco ha convinto anche i più scettici, i più feroci fautori del rigore. Con la Germania ufficialmente in recessione, persino l’arcigna Christine Lagarde, quella che solo qualche giorno fa cantava “que sera, sera” eludendo le preoccupazioni di analisti e giornalisti sul costo del denaro e sulla tenuta dell’economia continentale, s’è convinta a correre ai ripari. Nei fatti, ma non nelle parole. “Negare sempre”, dice l’uomo di mondo. E Lagarde donna di mondo lo è eccome. “L’area euro non va verso una recessione e ci dirigiamo verso un atterraggio morbido”, ha detto ribadendo che la Bce rimane ancorata all’analisi dei dati per le decisioni che verranno di politica monetaria. Negare sempre, dunque. Negare l’evidenza: l’Europa è stata sottoposta a una cura da cavallo mutuata pari pari dagli Stati Uniti, che però soffriva per altre cause rispetto a quelle che avevano innescato l’impennata dell’inflazione in Ue, che sta quasi per uccidere il paziente, ossia l’economia europea. Come certificato dai report Draghi-Letta.


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