Tajani smonta il salario minimo: “Roba da Urss”
ANTONIO TAJANI MINISTRO
Il Salario minimo? Roba da Urss: parole e musica di Antonio Tajani che chiude al dialogo sulla proposta che arriva dalle opposizioni. Il vicepremier, nonché segretario nazionale di Forza Italia, rievoca il passato sovietico per bocciare l’idea e rilanciare sulla necessità di rafforzare la contrattazione collettiva: “Noi vogliamo che il lavoratore guadagni bene, non che abbiano tutti lo stesso stipendio come si faceva nell’Unione Sovietica”, ha spiegato Tajani rigettando al mittente il salario minimo. Dall’assemblea Coldiretti di ieri ha poi aggiunto: “Lo Stato deve fare buone regole per fare crescere l’economia e per creare il salario ricco, perché il salario minimo voluto dalla sinistra è un sistema vetero-socialista che abbassa il salario non aumenta il salario, distrugge meritocrazia e livella tutto in basso”.
Le parole del vicepremier hanno scatenato la furiosa reazione del Pd e delle opposizioni. Per una volta, Schlein e Bonaccini sono d’accordo nello stigmatizzare le parole di Tajani sul salario minimo. “Argomentazione che non reggerebbe nemmeno al bar”, ironizza il presidente dell’Emilia Romagna. “È una questione europea, non è roba da Urss”, ha ribattuto la segretaria Pd.
Anche il M5s promette battaglia sul salario minimo. Nei giorni scorsi, il leader pentastellato Giuseppe Conte ha promesso che l’opposizione non avrebbe dato tregua al governo sul tema. “Al governo non daremo mai tregua sul salario minimo legale. Se si macchieranno di questa grave responsabilità, noi siamo pronti a farne una battaglia europea, per il futuro del Paese. Oggi le opposizioni ci sono, però non c’è il governo”.
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