Tajani liquida il summit all’Eliseo. Von der Leyen vede Kellogg. Al via l’incontro Usa-Russia a Riad
Emmanuel Macron ha fatto cilecca. Il colpo di coda questa volta non gli è riuscito. È stato “un incontro interlocutorio, uno scambio di idee tra alcuni leader europei, non c’erano tutti i 27. Si è discusso di difesa e credo che sia giusto continuare a discutere perché non è un vertice risolutivo”. Intervenendo questa mattina a Radio anch’io, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha di fatto certificato l’inutilità e l’infruttuosità di un vertice convocato fuori tempo massimo.
Tajani, smarcandosi dalla linea dei falchi che si annidano a Bruxelles, ha sottolineato al tempo stesso che “non possiamo pensare a un futuro della sicurezza europea senza un accordo con gli Stati Uniti”.
“Se noi vogliamo garantire la sicurezza dell’Ucraina, della frontiera orientale e dell’intera Europa, dobbiamo naturalmente fare di più come europei – ha aggiunto – darci una difesa unica e arrivare ad un esercito unico alla fine del percorso, e però continuare ad avere un solido rapporto transatlantico e quindi sostenere la presenza della Nato, insomma una Nato che abbia due pilastri, uno americano ed uno europeo”.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha espresso al generale Keith Kellogg, inviato speciale degli Usa per Ucraina e Russia, “la volontà dell’Ue di lavorare a fianco degli Stati Uniti per porre fine allo spargimento di sangue e contribuire a garantire la pace giusta e duratura che l’Ucraina e il suo popolo meritano, a buon diritto”.
Riaffermando l’impegno dell’Ue per una pace “giusta e duratura”, la presidente ha ribadito che “qualsiasi risoluzione deve rispettare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, supportate da forti garanzie di sicurezza”. E ha chiarito che “questo è un momento critico”.
L’Ursula a formula depotenziata per le difficoltà di Berlino e Parigi, ha anche sottolineato “il ruolo fondamentale dell’Ue nel garantire la stabilità finanziaria e la difesa dell’Ucraina, con un impegno totale di 135 miliardi di euro (circa 145 miliardi di dollari), più di qualsiasi altro alleato, inclusi 52 miliardi di dollari in assistenza militare, pari ai contributi degli Stati Uniti. Ha illustrato i piani dell’Europa per aumentare la produzione e la spesa per la difesa, rafforzando le capacità militari sia europee che ucraine”.
Poche ore prima, a margine dell’evento macroniano, insieme al presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, aveva sentenziato che l’Ucraina “merita la pace attraverso la forza” e “va aiutata ancora di più, militarmente, affinché possa negoziare da posizioni di forza, e non di debolezza come accadrebbe ora”.
Appare ancora una volta evidente come von der Leyen e soci ignorino volutamente che un’iniziativa negoziale sia già in corso e che a prenderla siano stati altri attori.
Il segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sono l’uno di fronte all’altro a Riad dove sono in programma i colloqui di pace per ristabilire e rimodulare le relazioni tra i due Paesi e porre fine alla guerra in Ucraina.
Oltre a Rubio, ci sono l’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Al tavolo allestito nel Diriyah Palace siedono, per la parte russa, Lavrov, il consigliere presidenziale Yury Ushakov e il capo del fondo sovrano Kirill Dmitriev. Dmitriev ha dichiarato di aver già avuto modo di parlare con diversi membri del team statunitense nella capitale saudita.
Dalle immagini diffuse dalle tv satellitari arabe, sono presenti anche il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, e il consigliere per la Sicurezza nazionale della monarchia del Golfo, Musaed bin Mohammad Al-Aiban, con alle spalle le bandiere di Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia.
La Russia, colpita dalle pesanti sanzioni occidentali per l’operazione militare speciale in Ucraina, ha fatto sapere di aspettarsi “rapidi progressi” sul piano economico. “Abbiamo una serie di proposte che i nostri colleghi stanno considerando. Penso che sarà possibile fare progressi non in un lontano futuro, ma nei prossimi due o tre mesi”, ha detto Kirill Dmitriev.
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