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Superpoliziotto antimafia indagato per peculato: guai per il prefetto Messina

di Angelo Vitale -


Un superpoliziotto antimafia, già questore e prefetto, indagato per peculato: non è una notizia di tutti i giorni. Da ieri lo è Francesco Messina, 63 anni, dall’anno scorso prefetto di Padova, in questo ruolo fino a martedì quando è stato sostituito. Da mercoledì è indagato per peculato, e quindi innocente fino al terzo grado di giudizio come solitamente si affretta a dire chi pratica il garantismo, a senso unico o a corrente alternata o con un giudizio valido per tutti.

Di origine siciliana – è catanese -, Messina ha ricoperto incarichi prestigiosi in tutta Italia. Prima di arrivare a Padova era stato direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato – in questa veste tre anni fa il coordinamento di una confisca antimafia da 100 milioni di euro nella citta che porta il suo cognome -, Capo del centro Sisde a Palermo, questore di Torino ma prima ancora pure di Caserta – terra di camorra – e capo della Squadra mobile di Milano.

Trentasette anni di carriera, una dozzina di trasferimenti in diversi ruoli e città, gli hanno permesso – come raccontava lui stesso l’anno scorso – di attraversare l’Italia per ben due volte. Runner appassionato, proprio a Padova aveva raggiunto il suo record personale, 3 ore e 44 minuti.

Da Padova, ora, i guai giudiziari per lui. Indagato con l’accusa dell’utilizzo improprio di autisti e mezzi di servizio per viaggi e trasferte non istituzionali.

Da martedì il superpoliziotto era stato trasferito al Viminale nella Capitale, con un incarico relativo alla prevenzione amministrativa antimafia. Se il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, cautelativamente, non deciderà di trasferirlo in un ufficio meno impegnativo in attesa dell’esito delle indagini a suo carico.


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