Superbonus, la premier torna a scagliarsi contro la misura voluta da Conte
Il Superbonus è “la più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d’Italia”. Non ha usato mezze parole Giorgia Meloni nel tornare a criticare la misura introdotta dal secondo governo di Giuseppe Conte. L’occasione è stata un incontro a Palazzo Chigi sulla Manovra con le sigle sindacali. Carte alla mano, la presidente del Consiglio ha fatto, per così dire, i conti. “Citerò due numeri – ha affermato rivolgendosi ai rappresentanti dei sindacati – per far capire di cosa parlo: 30 e 38. 30 miliardi è il valore complessivo di questa manovra di bilancio; 38 sono i miliardi che, solo nel 2025, costerà alla casse pubbliche il Superbonus”. Risorse rimborsate dallo Stato per la ristrutturazione di “meno del 4% degli immobili residenziali italiani, prevalentemente seconde e terze case, cioè soldi dei quali ha beneficiato soprattutto chi stava meglio”, ha aggiunto la premier nel fornire la dimensione della misura, già rivista mesi fa con un apposito provvedimento. Avendo a disposizione questi fondi destinati invece al Superbonus, è il ragionamento di Giorgia Meloni, ogni provvedimento della legge di Bilancio “avrebbe potuto essere più che raddoppiato. Vale per la sanità, per i contratti pubblici, per la scuola, per l’aumento dei salari etc”.
La premier ha poi rivendicato come con questa Manovra il governo abbia compiuto “un cambio di passo” rispetto “all’approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo. Come noi, che raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici”. Per quanto riguarda i bonus edilizi, quindi, si è scelto di gestirli “con buon senso”, spalmando su dieci anni i crediti relativi alle spese effettuare nel 2023 avvalendosi del Superbonus, mentre per quanto riguarda il bonus ristrutturazioni si è deciso di portare al 50 al 36% quello per le seconde case, lasciando invece invariato quello per le abitazioni principali.
Oltre ad entrare nel merito delle varie misure a cui ha lavorato il governo, per quanto riguarda gli ultimi scontri con le sigle sindacali, la Meloni ha poi voluto replicare alle polemiche sorte negli ultimi giorni, rivendicando la scelta di “far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio. Un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale…”.
Torna alle notizie in home