Sul traffico di animali esotici indaga l’Interpol
Prima le armi, poi la droga, gli esseri umani e gli animali esotici. Sono i traffici illegali che fruttano di più alle organizzazioni criminali a livello mondiale. Tra questi il contrabbando di specie protette è drammaticamente in crescita, secondo l’allarme lanciato dall’Interpol. Il giro d’affari vale 23 miliardi di dollari, ai quali bisogna aggiungere i 36 miliardi provento della pesca illegale, tenendo conto che il volume del commercio delle specie protette regolamentato dalla Convenzione Cites, solo in Europa, si attesta a oltre cento miliardi di euro l’anno, come certificano i dati del dossier di Traffic, il programma congiunto di Wwf e Iucn per monitorare i traffici illegali di specie selvatiche. Accanto a un mercato regolato dall’accordo internazionale firmato a Washington per proteggere piante e animali a rischio di estinzione, c’è tutto un mondo che opera fuori dalle regole della certificazione Cites sull’esportazione di esemplari, per accontentare collezionisti senza scrupoli e amanti delle rarità, facendo così affari d’oro sulla pelle dei poveri animali.
Tra le specie più ricercate ci sono i felini, soprattutto le tigri diventate uno status symbol per i boss. Un raro esemplare di siberiana, diversi anni fa, era stato sequestrato in una masseria di un esponente di spicco di un clan di Lecce ed era stato affidato a uno zoo, mentre quello sottratto a un delinquente di Napoli era tornato libero di correre in un santuario in Sudafrica. Non mancano le richieste neppure per le pantere nere, in perfetto stile Gomorra. Le specie più smerciate, subito dopo i felini, sono i piccoli primati, soprattutto gli Uistitì pigmeo, la più piccola scimmia esistente al mondo, con un peso intorno ai 100 grammi, lunga 14 centimetri e con una coda di 20. Un esemplare endemico della foresta atlantica del Brasile, sempre più a rischio non solo di estinzione, ma anche di morte precoce, visto che i trafficanti, per portarla a destinazione all’acquirente disposto a sborsare migliaia di dollari, tentano di occultare la scimmietta in borse non idonee al trasporto. La mortalità degli animali vivi è in effetti molto alta e si calcola che solo il 20 per cento sopravviva al viaggio. Di questi solo il 5 per resta in vita ad un anno dalla cattura.
Non mancano le richieste per rettili e pappagalli variopinti, da sempre privilegiati dalla maggior parte degli acquirenti. Sono invece in aumento negli ultimi anni, soprattutto in Italia, gli esemplari di scoiattolo del Giappone, una varietà a rischio estinzione che ora sta minacciando quelli rossi comuni. Il Wwf sottolinea che nel nostro Paese il 22 per cento dei crimini ambientali riguarda i danni contro la fauna protetta. E i numeri sono destinati a crescere sempre più, considerando il fatto che, ogni anno, il traffico illegale di animali aumenta tra il 5 e il 7 per cento nel mondo. Ad alimentare il fenomeno, ovviamente, i social, che facilitano i contatti tra venditori e compratori, attraverso annunci di vendita su siti specializzati, che offrono la possibilità dell’inserzione senza chiedere alcuna documentazione Cites. Dunque, basta semplicemente che il trafficante dichiari di essere in possesso dei documenti che il gioco è fatto.
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