Successo per il Btp Più nel giorno d’esordio
Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato destinato ai risparmiatori retail, ha registrato un debutto eccezionale con 5,6 miliardi di euro raccolti e oltre 160.000 contratti sottoscritti nel primo giorno di collocamento. Questo successo conferma l’attrattiva del debito italiano, grazie ai rendimenti competitivi in un contesto in cui la Bce prosegue con una politica di graduale riduzione dei tassi, nonostante le incertezze legate alla possibile rielezione di Donald Trump e alle sue politiche protezionistiche. Il titolo, parte della famiglia dei Btp Valore, ha una durata di otto anni con un’opzione di rimborso anticipato dopo quattro, consentendo ai sottoscrittori di recuperare il capitale a valore nominale tra gennaio e febbraio 2029. Il rendimento è strutturato con lo schema “step up”: 2,80% nei primi quattro anni e 3,60% nel quadriennio successivo. La sottoscrizione sarà possibile fino alle 13 di venerdì 21 febbraio, tramite home banking, banche o uffici postali per chi dispone di un conto titoli. Uno dei punti di forza del Btp Più è il regime fiscale agevolato: aliquota ridotta al 12,5%, esenzione dalle imposte di successione ed esclusione dal calcolo Isee fino a un massimo di 50.000 euro investiti. Questi vantaggi, uniti alla sicurezza dell’emissione statale, hanno spinto molti investitori retail ad aderire. I dati indicano una risposta più forte rispetto all’ultimo Btp Valore di maggio 2024, che nel primo giorno raccolse 3,7 miliardi, e al Btp Italia di maggio 2023, il cui collocamento si chiuse poco sotto gli 11 miliardi. Con questa emissione, il Tesoro prosegue la sua strategia di diversificazione degli investitori, necessaria ora che la Bce ha smesso di acquistare titoli di Stato e sta progressivamente riducendo il suo portafoglio. Complessivamente, il Ministero dell’Economia ha già collocato quasi 62 miliardi di euro in bond a medio-lungo termine dall’inizio del 2024, coprendo circa il 18% del fabbisogno stimato per il 2025, tra i 330 e i 350 miliardi. Il contesto macroeconomico rimane incerto. La Bce prevede di abbassare ulteriormente il tasso sui depositi, attualmente al 2,75%, con l’ipotesi di scendere fino al 2% entro il 2026. Tuttavia, il rischio di una guerra commerciale globale, se Trump dovesse attuare una nuova offensiva protezionistica, potrebbe destabilizzare l’inflazione e i mercati finanziari. Intanto, il rapporto dell’ABI mostra un calo dei tassi sui mutui e sui prestiti alle imprese, riflettendo la politica monetaria della Bce. Tuttavia, la crescita economica stagnante e la debolezza degli investimenti frenano la domanda di credito, confermando un quadro economico fragile per l’Italia nei prossimi mesi.
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