“Subito liberi gli ostaggi di Hamas”. E Trump vuole Panama, Canada e Groenlandia
Il ritorno alla centralità del protagonismo Usa sulla scena mondiale, non escludendo l’uso della forza e “subito liberi” gli ostaggi di Israele ancora in mano ad Hamas cui promette “l’inferno” se ciò non avverrà prima del suo insediamento alla Casa Bianca: l’ultima conferenza stampa di Donald Trump dal suo resort di Mar-a-Lago descrive la nuova “età dell’oro” promessa in campagna elettorale, con l’America che torna a imporsi – non escludendo l’uso della forza – per la conquista di nuovi territori e la riappropriazione di vecchi possedimenti.
Il presidente eletto punta al Canada come 51esimo Stato degli Usa, gli promette dazi e avverte Panama e Groenlandia che non esclude l’uso della forza militare nei loro confronti, annuncia di voler cambiare nome al golfo del Messico cui intima di non continuare a permettere che migliaia di persone invadano gli Usa e mette in guardia gli alleati della Nato che la sua amministrazione potrebbe chiedere un aumento delle spese per la difesa fino al 5% del Pil se non vogliono perdere l’ombrello americano con l’uscita degli Stati Uniti dall’Alleanza. “Se lo possono permettere tutti”, ha sostenuto Trump, “ma dovrebbero pagare il 5% del Pil, non solo il 2%”.
Mentre il presidente eletto parlava ai giornalisti, il figlio Don jr sbarcava in Groenlandia per sondare gli umori dei circa 45mila abitanti e dei rappresentanti politici dell’isola che fa parte della Danimarca. “L’accoglienza è stata ottima. Loro e il mondo libero hanno bisogno di sicurezza, protezione, forza e pace! Questo è un accordo che deve realizzarsi. Rendere la Groenlandia di nuovo grande!”, ha scritto il tycoon su Truth riecheggiando il suo slogan elettorale Make America Great Again.
Di Panama gli Stati Uniti hanno “bisogno bisogno per la sicurezza economica. E’ stato costruito per i nostri militari”, ha dichiarato minacciando subito l’imposizione di tariffe e lasciando intendere anche in questo caso di non escludere l’uso dell’esercito.
Il tycoon ha colto l’occasione della sua prima conferenza stampa del 2025 anche per annunciare un importante investimento: 20 miliardi di dollari per costruire data center negli Usa da parte del miliardario del settore immobiliare degli Emirati Arabi Uniti Hussain Sajwani, che fanno seguito ai 100 miliardi di Sofitel annunciati a dicembre.
Sul fronte giudiziario infine Trump ha incassato un’importante vittoria con lo stop alla pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Jack Smith sulle carte segrete di Mar-a-Lago finché una corte d’appello non avrà preso posizione. Una decisione presa dalla giudice federale Aileen Cannon, nominata dal tycoon nel 2020.
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