Attualità

Stretta e polemiche sulla cannabis Light “Settore in crescita”

di Domenico Pecile -


È bufera sull’emendamento Ddl sicurezza, approvato nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, che prevede la stretta sulla cannabis light equiparata di fatto a quella non light che contiene il principio attivo del thc. Il Governo fa quadrato e difende a spada tratta il provvedimento, mentre le opposizioni insorgono. Dure proteste anche dalla Coldiretti secondo cui la decisione è destinata a creare gravi ripercussioni su un comparto in costante crescita e dove sono stati fatti significativi investimenti. In difesa del Ddl è subito sceso in campo Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che riassume la posizione del centrodestra. “Giuste le norme – ha affermato – per stroncare il mercato della cosiddetta cannabis light. Vanno approvate nell’Aula della Camera e poi al Senato.
Chi difende la cannabis light difende sostanzialmente attività ambigue e pericolose”. Spesso abbiamo visto – ha aggiunto il senatore forzista – che “dietro questo commercio si celano ben altre attività. Va stroncata ogni forma di incoraggiamento all’uso delle droghe e alla propaganda delle droghe. Non mi meraviglio quindi che quelli che vogliono legalizzare le droghe difendano anche la cannabis light. Ben vengano, dunque, le norme appena approvate e un’azione decisa contro tutta una serie di filiere para commerciali che finiscono per propagandare l’uso delle droghe”. Secca la replica degli imprenditori della filiera riuniti all’interno di Ici (Imprenditori cannabis italiana) secondo cui, nell’annunciare che daranno “battaglia”, parlano di decisione “spinta da un’ideologia preconcetta”. Da parte sua, Coldiretti fa sapere che nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati con canapa, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4.000 nel 2018. Un’industria, insiste Coldiretti, che impiega circa 30 mila persone, con 3 mila aziende che producono fatturato. Una produzione, aggiunge Coldiretti, che ha pure importanti ricadute sulle filiere agro alimentari di eccellenza come la cosmesi il florovivaismo, gli integratori alimentari, il settore dell’erboristeria: ambiti che nulla hanno a che fare con le sostanze stupefacenti. Per le opposizioni il provvedimento è “un regalo alle mafie, una misura retrograda e miope”.


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