Tutti al mare: gli stranieri, tedeschi in testa, mandano sold out gli alberghi delle località di mare italiane. Confindustria Alberghi ha diffuso i numeri delle prenotazioni per agosto. Il trend è quello che ci si attendeva. I turisti stranieri hanno deciso di affollare le località balneari italiane e la loro presenza aumenterà del 6,3% rispetto all’anno passato. Gli italiani, però, non rinunciano al mare e la domanda interna continua a salire ma di meno: +1,5%. Non va benissimo, invece, per le città d’arte. Il caldo eccessivo scoraggia i turisti e le prenotazioni negli alberghi marciano sugli stessi identici livelli dello scorso anno. Per adesso. Già, perché, invece, ad agosto le stanze libere aumenteranno rispetto al 2023. In questo caso a “mancare all’appello” sono gli italiani che hanno scelto di “passare”. Gli stranieri non riescono a rimpiazzarli. E la frittata è fatta. Venezia, però, non molla la presa e per le prime due settimane di agosto il tasso di occupazione camere (Toc) si attesterà oltre il 72% per poi scendere al 65% nelle tre settimane successive. Risultati poco inferiori, invece, per Roma con un Toc del 70% nella prima decade del mese e del 60% nel periodo ricompreso dal 12 al 31 agosto. Stesso trend anche per Milano dove il dato sulle prenotazioni dal 1° all’11 agosto si attesta al 60% per poi diminuire al 50% nelle ultime tre settimane del mese. Per Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, il fatto che gli stranieri inizino a preferire il mare può rappresentare una buona notizia per il comparto turistico italiano: “Il costante interesse da parte del turismo internazionale anche verso le destinazioni balneari è un fattore importante e può rappresentare un valido stimolo per far crescere i mesi spalla, periodi in cui proprio i viaggiatori stranieri scelgono spesso di visitare le nostre località. Il fenomeno, se ben gestito, può contribuire ad allungare la stagione e generare nuove motivazioni di viaggio favorendo una ridistribuzione sostenibile dei flussi nei periodi in cui la domanda è fisiologicamente più bassa”.