Attualità

Strage Viareggio, Cassazione conferma la condanna a Moretti. Disposto appello ter per le attenuanti

di Claudia Mari -


Arrivano conferme di pena per la strage di Viareggio. La Corte di Cassazione ha confermato le responsabilità e la condanna a cinque anni – con la pena da rideterminare in Appello – per disastro ferroviario nei confronti di Mario Moretti, ex ad di Rfi e Fs, per l’incidente ferroviario di Viareggio avvenuto la notte del 29 giugno 2009. A causa di un guasto tecnico deragliò un carro merci incendiando un carico di gpl: morirono 32 persone e ne rimasero ferite oltre 100.

I giudici della Cassazione hanno deciso per l’annullamento con rinvio, invece, per quanto riguarda le attenuanti generiche dell’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. La Corte ha inoltre confermato “le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro”, al termine di una camera di consiglio durata cinque ore. 

La Corte ha quindi parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati – oltre a Moretti, Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder – e ha annullato con rinvio la sentenza d’appello-bis “limitatamente all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.

I giudici della Corte di Firenze dovranno svolgere un nuovo procedimento sul punto. Nelle motivazioni della sentenza del 2022 i magistrati stabilirono che Moretti ebbe colpe nella strage per la mancata tracciabilità e per i controlli inadeguati sui carri merci noleggiati da società tedesche, ma non perché Rfi e Fs non avessero imposto un limite di velocità ai convogli in transito in stazione.

A parlare, al termine del verdetto, i parenti delle vittime della Strage di Viareggio. “Sette gradi di giudizio, è una presa per i fondelli, siamo la barzelletta d’Italia”, ha detto commentando la sentenza Daniela Rombi dell’associazione “Il Mondo che vorrei” ideata dai familiari delle vittime. “L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”, ha affermato il presidente dell’associazione Marco Piagentini.


Torna alle notizie in home