Esteri

Strage israeliana al campo profughi di Jabaliya

Almeno 47 palestinesi, tra cui un giornalista, sono rimasti uccisi in una serie di raid aerei israeliani contro il campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi. Secondo l’agenzia Wafa, 15 persone sono morte in un attacco che ha colpito il cortile di un ospedale, dove erano allestite tende per i rifugiati.

Dagli Usa è arrivato un nuovo richiamo a Israele: l’operazione in Libano non deve diventare come quella a Gaza, dove in un anno sono state uccise oltre 42mila persone. “Dico molto chiaramente che non ci dovrebbe essere alcuna azione militare in Libano che assomigli a quella a Gaza e che abbia un esito che assomigli a Gaza”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un briefing con i giornalisti.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto “sono consapevoli della lunga storia di Israele che inizia con operazioni di terra limitate che si trasformano in operazioni su larga scala” e poi in “occupazione”. “È qualcosa a cui ci opponiamo in modo molto chiaro. Siamo contrari”, ha concluso Miller.

La durezza di Tel Aviv preoccupa Biden. Il presidente Usa Joe Biden, nel corso della telefonata con il premier israeliano Benjamin Netannyahu, ha affermato “il diritto di Israele di proteggere i propri cittadini da Hezbollah, che solo nell’ultimo anno ha lanciato migliaia di missili e razzi verso Israele, sottolineando al contempo la necessità di ridurre al minimo i danni ai civili, in particolare nelle aree densamente popolate di Beirut”. È quanto si legge in una nota della Casa Bianca.

Un altro militare israeliano è morto nei combattimenti nel sud del Paese dei Cedri. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato il decesso di un riservista in combattimenti con Hezbollah e il ferimento di un altro.

Ronny Ganizate, 36 anni di Givat Shmuel, è il dodicesimo soldato israeliano a perdere la vita dall’avvio dell’offensiva di terra contro il Partito di Dio.