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Strage bus sull’A16, condanna per l’ex ad di Autostrade

di Angelo Vitale -


Dopo poco meno di 12 anni ha un esito definitivo, con la condanna a 6 anni per omicidio colposo e disastro colposo nei confronti dell’ex ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, la vicenda giudiziaria originata dalla strage sull’A16 Napoli-Canosa avvenuta il 28 luglio 2013, quando un pullman precipitò dal viadotto dell’Acqualonga nel territorio di Monteforte Irpino provocando la morte di 40 persone.

L’incidente del viadotto Acqualonga ha registrato un esito giudiziario articolato. l’autista del bus, partito da Telese Terme e diretto a Pozzuoli, perse il controllo della guida a causa della rottura del giunto di trasmissione, che tranciò l’impianto frenante. Il mezzo, sbandando a oltre 100 km/h, urtò alcune auto in coda a un cantiere prima di sfondare il guardrail del viadotto, precipitando per 30 metri.

Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade per l’Italia, era stato condannato a 6 anni in appello nel 2023 per omessa manutenzione delle barriere, dopo l’assoluzione in primo grado. La Procura generale aveva chiesto che fosse assolto per il reato di disastro colposo.

Altri dirigenti di Autostrade hanno ricevuto condanne: il dg Riccardo Mollo, con Massimo Fornaci e Marco Perna a 6 anni, Paolo Berti e Nicola Spadavecchia a 5 anni, Gianni Marrone, Gianluca De Franceschi e Bruno Gerardi a 3 anni.

Le indagini contribuirono a portare alla luce carenze strutturali sui guardrail inadeguati (i new jersey non resistettero all’impatto, nonostante fossero sottoposti a ispezioni periodiche ma erano stati installati nel 1990 e mai sostituiti, gli ancoraggi risultarono logorati dal tempo e dal sale), la mancata segnalazione del cantiere (il traffico anomalo nella zona non era adeguatamente indicato, circostanza che contribuì alla dinamica dell’incidente) e pure intercettazioni decisive (durante il processo emersero registrazioni in cui un dirigente di autostrade ammetteva di aver mentito in primo grado per proteggere Castellucci).

La strage, per il numero dei morti, portò a un riesame degli standard di sicurezza stradale e delle responsabilità gestionali nelle infrastrutture autostradali. Perché barriere adeguate avrebbero trattenuto il bus in carreggiata, da allora ne sono state introdotte alcune più resistenti all’impatto di mezzi pesanti.


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