Storie di migrazione: Amadeo Peter Giannini e la Bank of America
di GIUSEPPE MESSINA – La storia dell’emigrazione italiana è costellata di momenti tragici che devono far riflettere oggi chi con leggerezza punta il dito verso il migrante. Esiste un parallelismo storico tra la migrazione italiana in America e l’esodo nel Mediterraneo, in corso da decenni e destinato a proseguire a lungo per le medesime condizioni di miseria e morte. Proviamo a ripercorrere, seppur brevemente, l’emigrazione italiana negli Usa. Dal 1820 al 2019 sono emigrati negli Stati Uniti circa 6 milioni di italiani, di cui più di 5 milioni prima della seconda guerra mondiale, provenienti da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Sono milioni i meridionali che, agli inizi dello scorso secolo, si sono riversati negli USA, fuggendo così da povertà e morte.
Le popolazioni del Meridione, devastato dalle guerre causa di circa un milione di morti, da cataclismi naturali, come il terremoto del 1908 nello Stretto di Messina, che uccise più di centomila persone nella sola città di Messina, non hanno avuto altra possibilità che migrare in massa.
Gli Stati Uniti, dal 1880, hanno spalancato le porte all’immigrazione nel pieno dell’avvio del loro sviluppo capitalistico; le navi portavano merci in Europa e ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per l’America erano inferiori a quelli dei treni per il Nord Europa; per tale ragione, milioni di persone hanno scelto di attraversare l’Oceano. L’arrivo in America non è stato per niente facile. I migranti italiani sono stati costretti a subire controlli medici e amministrativi durissimi, specialmente ad Ellis Island, e sottoposti anche ad umilianti attese. Per gli italiani, considerati una sorta di sottospecie degli europei, la vita negli Stati Uniti si è, fin da subito, manifestata con tutte le sue difficoltà.
In questo Paese, che aveva estremo bisogno di braccia da lavoro, gli italiani hanno trovato spazio, anche se ripudiati a livello sociale perché privi di istruzione, spesso addirittura analfabeti, incapaci di parlare l’inglese (e anche, a volte, l’italiano perché a conoscenza solamente dei dialetti regionali), con diverse tradizioni familiari e sociali. Alto è stato il prezzo che gli italiani hanno pagato: molti hanno perso la vita nel 1906 durante il violento terremoto di San Francisco. Nel corso di questo lungo secolo di migrazione, sono stati tanti gli italiani che, nella terra a stelle e strisce, sono riusciti caparbiamente ad affermarsi, riscattando l’orgoglio di un intero popolo.
Storia di migrazione: l’italiano in america Amadeo Peter Giannini
Tra questi, certamente va ricordato l’italiano Amadeo Peter Giannini che, partendo dal nulla, ha fondato la Bank of America, che si è rivelato nel tempo il più importante istituto di credito del mondo. Amedeo Peter Giannini nasce a San Jose in California il 6 magfgio 1870, figlio di genitori emigrati dalla Liguria per cercare fortuna negli Stati Uniti. Il papà Luigi Giannini e la mamma Virginia Demartini partono dalla piccola frazione di Accereto di Favale, in cui esiste integralmente ancora oggi la piccola casa contadina, in provincia di Genova, diventata un museo dedicato al banchiere.
È davvero interessante la scalata al successo di Giannini, perché risalta chiaramente agli occhi del lettore, come la sua azione sia stata sempre nella direzione di sostenere i migranti italiani in difficoltà. Giannini apre la Bank of Italy il 17 ottobre 1904 nei locali di un’ex saloon. Una piccolissima realtà con irrisori depositi bancari e mille difficoltà ma che diventa la banca di riferimento dei migranti italiani ai quali nessun istituto americano avrebbe mai fatto credito. La svolta della sua vita è casuale e coincide con il tremendo terremoto di San Francisco del 1906. Quando il terremoto e l’incendio, in tre terrificanti giorni, distruggono 50 mila abitazioni private, oltre ad uffici, alberghi ed edifici pubblici, Giannini, che faceva il banchiere da soli quattro anni, prende un tavolo, lo piazza in mezzo alla folla dei sinistrati, e ci mette sopra un cartello che recita: «Banca d’Italia: aperto ai clienti», offrendo credito per la ricostruzione, gran parte della quale viene, quindi, finanziata attraverso i suoi sportelli.
Dal 1916, apre filiali in tutta la California. Nel 1919 fonda la Banca d’America e d’Italia, succursale italiana della Bank of Italy e nel 1927 cambia il nome della Bank of Italy in Bank of America, affermandosi come il banchiere di tutti. Nel 1928 Amadeo Giannini con Monnette, presidente della Bank of America di Los Angeles, forma il primo grosso gruppo bancario della California; e, nel 1945, la Bank of diventa la prima banca del mondo. A San Francisco, una piazza vicina alla Bank of America è intitolata a lui. A Favale di Malvaro si è celebrata, lo scorso 30 giugno, la 62esima edizione della “Giornata degli italiani all’Estero”. Nel paesino ligure, la ricorrenza è un’occasione di ricongiungimento con persone che sono andate a cercare e spesso hanno trovato fortuna in America, testimoni del legame indissolubile con la terra d’origine.
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