Politica

Storica sentenza della Consulta: i single potranno adottare minori stranieri

di Eleonora Ciaffoloni -


Con la sentenza numero 33, depositata nella giornata di ieri, la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, che non permetteva alle persone singole di adottare un minore straniero residente all’estero. Una sentenza storica che ora, quindi, permette ai single di adottare bambini stranieri in situazione di abbandono. La Consulta ha stabilito che questa limitazione è in contrasto con i principi di uguaglianza e tutela del superiore interesse del minore, riconoscendo che anche un single può offrire un ambiente stabile e sicuro a un bambino in difficoltà. Fino ad oggi, la legge italiana consentiva l’adozione nazionale ai single solo in casi particolari, come l’adozione in casi di parentela o situazioni di abbandono grave. Tuttavia, l’adozione internazionale era riservata esclusivamente alle coppie coniugate. La Corte Costituzionale ha ritenuto che questa distinzione costituisse una violazione dei diritti fondamentali, in quanto privava ingiustamente i minori stranieri della possibilità di trovare una famiglia accogliente e stabile solo perché il potenziale adottante non è parte di una coppia sposata. Nelle motivazioni della sentenza, la Consulta ha sottolineato che il diritto del minore a crescere in un ambiente familiare idoneo e amorevole deve prevalere sulle limitazioni imposte dalla legge ai potenziali adottanti. Il principio di solidarietà e di tutela del minore è stato considerato prioritario rispetto alla condizione matrimoniale dell’adottante. La Corte ha evidenziato che numerosi studi dimostrano come il benessere psicologico e fisico di un bambino possa essere garantito anche in una famiglia monoparentale, a condizione che vi siano amore, stabilità e capacità educative. La sentenza è stata accolta con favore dalle associazioni che si occupano di diritti dell’infanzia e della famiglia, che da anni chiedevano un aggiornamento della normativa in materia di adozioni. Secondo molti esperti, questa decisione apre la strada a una “maggiore inclusività” e a un “ampliamento delle possibilità di adozione”, andando incontro al crescente numero di single che desiderano adottare e offrire un futuro migliore a un bambino abbandonato. Tuttavia, l’adozione per i single non avverrà in “automatico”: sarà sempre il giudice a valutare caso per caso l’idoneità dell’aspirante genitore, esaminando la capacità affettiva, educativa e di mantenimento. L’adozione, come in altri casi, sarà subordinata a rigorosi controlli per garantire il benessere del bambino. La sentenza della Consulta è storica non solo per la portata, ma per i possibili effetti a lungo termine sul sistema di adozioni in Italia. Se da un lato la norma sulle adozioni nazionali resta invariata, dall’altro la possibilità per i single di adottare minori stranieri potrebbe costituire un precedente importante per una futura riforma complessiva della normativa sulle adozioni. E proprio su una revisione della legge sulle adozioni ha fatto un primo passo la Lega, annunciando l’intenzione di voler modificare la normativa. L’obiettivo è accelerare i tempi e includere le coppie eterosessuali conviventi tra i potenziali adottanti. La Corte ha infatti evidenziato che la legge italiana discrimina le coppie conviventi rispetto a quelle sposate, sollevando la necessità di una maggiore equità. Secondo il leader del Carroccio, Matteo Salvini, diviene “fondamentale rendere le adozioni più veloci e anche più inclusive. Non possiamo permetterci che le coppie eterosessuali conviventi siano discriminate rispetto a quelle sposate. La famiglia è un concetto che va tutelato e il diritto di adottare un bambino deve essere esteso a chiunque dimostri di poter offrire amore e stabilità”. Una revisione che dovrebbe semplificare le procedure e ridurre i tempi di attesa, garantendo maggiore accessibilità senza compromettere il benessere dei minori. Il dibattito politico è già acceso: se da un lato c’è chi sostiene la necessità di aggiornare la legge per riflettere i cambiamenti sociali, alcuni temono che un cambiamento troppo rapido possa compromettere le tutele per i bambini adottati.


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