Cultura & Spettacolo

Stoccolma gastronomica: dai vichinghi alla cucina fusion

di Redazione -


di ALESSANDRA IANNELLO

Visitare Stoccolma è da sempre un’esperienza gastronomica di cucina fusion. Una miscellanea ante litteram è quella dei vichinghi che, ovunque andassero per le loro scorribande, riportavano a casa ingredienti o tecniche “esotiche” e che si ritrovano oggi in una cucina che raccoglie influenze da tutto il mondo e che l’ha fatta nominare Capitale Europea della Gastronomia 2023.

Viaggio nella Stoccolma gastronomica: i viaggi dei vichinghi

I norreni (spesso definiti vichinghi, termine che designa razziatori o briganti) navigarono la maggior parte dell’Oceano Atlantico settentrionale, raggiungendo a sud le coste del Nordafrica e a est la Russia, Costantinopoli e il Medio Oriente. Guidati da Leif Erikson, all’inizio del X Secolo, raggiunsero l’America del Nord, organizzando un insediamento nell’Anse aux Meadows, l’attuale provincia del Terranova e Labrador, in Canada. Da tutte queste terre i vichinghi hanno riportato esperienze che hanno riportato nella vita di tutti i giorni, quindi anche in cucina. Questo li ha portati ad avere una dieta molto vicina a quella mediterranea. Al Viking Museum, seguendo gli studi degli storici fatti analizzando il contenuto degli stomaci degli antichi vichinghi, le sepolture, i rifiuti e alcuni scritti, è stato riscostruito il regime alimentari norreno. Alla base c’erano i cereali come orzo, avena, segale e diverse tipologie di grano con cui venivano preparate zuppe, porridge e pani. La carne selvatica e di allevamento era riservata per i pranzi delle occasioni speciali. Per provare la cucina vichinga, con i dovuti aggiustamenti per incontrare i gusti moderni, l’indirizzo giusto è l’Aifur Restaurant & Bar nel cuore di Gamla Stan, la Città Vecchia di Stoccolma, che prende il nome dalla leggendaria nave vichinga Aifur. Il menu è il risultato di 15 anni di ricerche fatte dal titolare Martin Erikson circa il cibo e la cultura degli anni fra il 700 e il 1100.

Altre contaminazioni si ritrovano da Bino, dove lo spezzatino di manzo viene cotto nel Chianti o il merluzzo del Mar Baltico al forno viene accompagnato con arancini al Caso Manchego. In tema di pesce una tappa imperdibile è il J, un vero e proprio cottage sulla spiaggia in stile americano. Uno dei piatti tipici svedesi, lo Skagenröra è l’esempio delle contaminazioni in cucina. Una miscela di gamberetti, maionese e aneto che viene aromatizzata anche con panna acida, il succo di limone e la cipolla rossa che viene servita su una fetta di pane bianco tostato o come ripieno per avocado. In concomitanza con l’anno di Stoccolma Capitale Europea della Gastronomia, su Klarabergsgatan, arteria centrale di Stoccolma, è attiva la Sthlm City Food Hall: otto diversi fast food che servono cibo di alcune delle cucine più note del mondo. Dagli hamburger di Bun Meat Bun realizzati con materie prime svedesi agli Yoi, un mix di street food e piatti tradizionali da diversi Paesi orientali. I panini fritti di Mackverket, il food truck a conduzione familiare che si ispira a ricette classiche americane come il Reuben (panino con pane di segale grigliato, manzo sotto sale, formaggio svizzero, crauti e insalata russa) o il BLT (bacon, lettuce e tomato), adattate al gusto svedese.


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