Torino

Stellantis: ci siamo, arrivano i cinesi. Ma, almeno per ora, solo per vendere

di Redazione -


Ci siamo, arrivano i cinesi ma, almeno al momento, solo per vendere e non per costruire: Stellantis e Leapmotor, azienda automobilistica classificata nel 2023 tra le prime 3 startup cinesi di veicoli elettrici, hanno annunciato che le due società hanno ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per costituire la società Leapmotor International B.V., una joint venture in quote 51/49 guidata da Stellantis che inizierà a operare in Europa entro settembre 2024 e lo farà con i modelli T03 e C10. Ma saranno solo i primi: è previsto almeno un nuovo veicolo all’anno introdotto nei mercati per i prossimi tre anni.

A ottobre 2023, le due società avevano annunciato l’investimento da parte di Stellantis di circa 1,5 miliardi di Euro in Leapmotor, per l’acquisizione di circa il 21% delle quote di Leapmotor. L’accordo prevedeva anche la costituzione di Leapmotor International, con diritti esclusivi per l’esportazione e la vendita, nonché la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della “Grande Cina”.

La reazione dei sindacati

I sindacati torinesi salutano la notizia con un misto di speranza e apprensione: “Oggi è più che mai necessario capire dove saranno allocate queste produzioni e soprattutto con quale catena di fornitura in quanto il nostro obiettivo è anche quello di preservare l’indotto italiano” afferma il segretario della Fim Cisl torinese Rocco Cutrì. “Il perfezionamento dell’accordo tra Stellantis e Leapmotor potrebbe aprire opportunità anche per l’Italia dove è necessario aumentare le auto prodotte portando la soglia al milione e mezzo di pezzi all’anno. Se parliamo di Torino qui abbiamo tutte le competenze per produrre auto di ogni tipo e gamma. Produciamo già la 500 elettrica e quindi siamo nelle condizioni ottimali per accogliere produzioni simili” considera Edi Lazzi, segretario generale Fiom Torino.

Non si parla di produrre in Europa

Il fatto è che di produrre in loco, in loco in Europa, beninteso, non se ne parla proprio. Almeno per ora. E a proposito, conviene soppesare attentamente le parole di Tavares (nella foto) durante la conferenza stampa da Pechino: “Al momento l’accordo non prevede condivisioni di tecnologia ma la vendita di modelli Leapmotor fuori dalla Cina. Valuteremo caso per caso se usare gli stabilimenti produttivi di Stellantis nelle varie regioni, ci regoleremo in modo flessibile in ogni regione prendendo decisioni differenti a seconda dei vari paesi e delle necessità di ciascun mercato”.

Al momento solo la vendita di modelli fuori dalla Cina”

Non bisogna essere degli esegeti per capire che c’è poco da stare sereni: “ caso per caso”, “ ci regoleremo in modo flessibile”, “ decisioni differenti a seconda dei vari paesi”, espressioni che non promettono nulla di buono. Soprattutto se a pronunciarle è l’algido Ceo di Stellantis che, ormai lo conosciamo, non è uno che dice cose a caso.

E, se non bastasse, in un altro passo della conferenza stampa chiarisce: “Al momento l’accordo non prevede condivisione di tecnologie ma la vendita di modelli fuori dalla Cina”.

I criteri per produrre in Europa

Ma, eventualmente, quali saranno i criteri per attribuire ad uno stabilimento europeo la produzione? “Valuteremo caso per caso se usare gli stabilimenti produttivi di Stellantis nelle varie regioni, ammette Tavares, per quanto riguarda l’eventuale produzione in Europa le decisioni saranno prese sulla base di criteri come la qualità, i migliori costi e se una fabbrica ha la capacità necessaria”.

Tutta la vicenda, insomma, presenta più dubbi che certezze. E’ vero che lo stesso governo, in particolare il ministro Urso, ha più volte evocato la necessità di un secondo produttore in Italia ma, appunto, produttore. Invece qui si tratta, al momento, di mettere una rete commerciale europea a disposizione di auto costruite in Cina.

Le 5 domande chiave

Quindi, se non chiediamo troppo, vorremmo la risposta ad alcune domande :1) Le auto Leapmotor si costruiranno anche in Italia?

2) Si ritiene che lo stabilimento di Mirafiori soddisfi i criteri sopra espressi, compresi quelli relativi ai costi?

3) Qualora gli stabilimenti italiani fossero ritenuti idonei alla produzione di auto Leapmotor, si tratterebbe di produzione vera e propria o di puro assemblaggio?

4) Qualora gli stabilimenti italiani fossero ritenuti idonei alla produzione di auto Leapmotor, quale provenienza avrebbe la componentistica?

5) Se le auto endotermiche continuano ad essere preferite dai cittadini, perchè continuare a spingere sull’elettrico?

Patrizia Corgnati (ilTorinese.it)


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