Esteri

Stati Uniti-Nato: posizioni diverse sull’ingresso dell’Ucraina nel blocco atlantico. Kiev e Mosca parlano della tregua

di Ernesto Ferrante -


Il Cremlino ha accolto con soddisfazione le recenti dichiarazioni provenienti dagli Stati Uniti, secondo cui l’adesione dell’Ucraina alla Nato non sarebbe più all’ordine del giorno. “Abbiamo sentito da Washington, a diversi livelli, che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato è fuori discussione. È una posizione che ci soddisfa e che coincide con la nostra”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov.

L’inviato speciale trumpiano, Keith Kellogg, ha detto a Fox News che l’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica “non è sul tavolo”, confermando quanto già sostenuto dal presidente Donald Trump e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth lo scorso febbraio. A favore dell’entrata è invece il segretario generale dell’alleanza atlantica Mark Rutte, vago sulle tempistiche, ma assolutamente convinto del pericoloso allargamento.

Il portavoce presidenziale russo ha inoltre sottolineato che i negoziati si stanno svolgendo in modo “assolutamente riservato”, invitando a diffidare delle indiscrezioni apparse su alcuni media. Tra gli obiettivi chiave di Mosca rimangono l’esclusione dell’Ucraina dal blocco atlantico e il mantenimento del controllo sui territori occupati nell’est del Paese, compresa la Crimea.

I sistemi di difesa aerea russi hanno distrutto 10 droni ucraini sulle regioni della Federazione Russa di Oryol, Belgorod e in Crimea nella notte, dalle 20.00 ora di Mosca del 21 aprile alle 06.00 ora di Mosca del 22 aprile. A fornire le informazioni è stato il ministero della Difesa russo.

Accuse incrociate tra le parti su una tregua prolungata. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato l’appello a Mosca per un cessate il fuoco sui bersagli civili, chiedendo una “risposta chiara” sulla possibilità di interrompere gli attacchi contro infrastrutture non militari.

La proposta, che la presidenza russa ha fatto sapere di voler “analizzare”, è arrivata all’indomani della tregua di Pasqua voluta da Vladimir Putin, durante la quale si sono registrate pause nei combattimenti in alcune aree del fronte.

Il presidente ucraino ha ribadito l’impegno a non colpire infrastrutture civili, proponendo la sospensione degli attacchi missilistici e con droni a lungo raggio. “La pace arriva in silenzio, ha aggiunto, e il primo passo dev’essere un cessate il fuoco incondizionato: questo sarà il messaggio prioritario che porteremo agli incontri di Parigi e Londra”.

“Ucraina, Regno Unito, Francia e Stati Uniti: siamo pronti a procedere nel modo più costruttivo possibile, proprio come abbiamo fatto in passato, per raggiungere un cessate il fuoco incondizionato, seguito dalla costruzione di una pace reale e duratura”, ha scritto Zelensky in un post su X, dopo aver avuto una “conversazione positiva e approfondita” con il premier britannico Keir Starmer.

Il presidente ucraino e il premier britannico hanno anche discusso della cooperazione nei formati di sicurezza europei. Londra è in prima linea sia all’interno della “coalizione dei volonterosi” che nel Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, tramite cui oltre cinquanta Paesi, Stati Uniti inclusi, le forniscono armi e supporto materiale.

Putin ha parlato di “pressioni esterne” sulla leadership ucraina, che aveva inizialmente respinto la proposta russa. “Abbiamo visto tutti la risposta iniziale: hanno rilasciato una dichiarazione in cui liquidavano la nostra proposta come un gioco con la vita delle persone e una retorica simile”, ha affermato Putin.

“Tuttavia, ha proseguito il presidente russo, sembra che qualcuno più intelligente, molto probabilmente dei mediatori stranieri, abbia suggerito che respingere tali iniziative sarebbe stato politicamente svantaggioso per il regime di Kiev, e hanno prontamente cambiato posizione”.

La Cina ha salutato positivamente la tregua pasquale, definendola un “passo necessario” verso un cessate il fuoco duraturo. Pechino ha rimarcato linea di principio fin qui seguita, difendendo da sempre la diplomazia come unica soluzione al conflitto.

“Esistono informazioni importanti su potenziali progressi nei contatti tra le parti”, ha riferito Guo, precisando che la cooperazione tra Cina e Russia “non è rivolta contro terzi né influenzata da fattori esterni”.


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