Starmer da Meloni, il piano migranti. Il pressing pacifista per il no ai missili con i sistemi Leonardo
Il primo ministro britannico Keir Starmer è a Villa Doria Pamphilj, arrivato nella Capitale per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Questo, il loro terzo incontro, dopo Washington e Londra. Al Financial Times Starmer ha anticipato di essere interessato ad approfondire il piano di asilo offshore cui Meloni lavora con l’Albania, oltre a quanto l’Italia sta rafforzando per gli accordi con i Paesi nordafricani, tra cui la Tunisia, mettendo al centro di rapide iniziative le attività di contrasto al traffico di migranti da quel continente.
In Italia, però, è anche avvertito che un probabile avvicinamento dei due Paesi su questioni comuni come quella dell’immigrazione possa concretizzarsi in un’intesa a due sull’uso delle armi dei Paesi europei fornite all’Ucraina. Lo nutrono, per esempio, i firmatari di un appello sottoscritto da PeaceLink e Pax Christi e rivolto a Meloni, al ministro degli Esteri Antonio Tajani, a quello della Difesa Guido Crosetto e ai segretari dei partiti di opposizione. Oggetto dell’appello, la richiesta di scongiurare un ok all’uso dei missili Storm Shadow contro la Russia. Lo firmano Alessandro Marescotti, presidente PeaceLink e monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi.
Chiedono alla premier di negare al suo collega britannico l’autorizzazione all’uso dei missili Storm Shadow dotati di componenti italiane essenziali per individuare e colpire i bersagli in Russia. “L’Ucraina li vorrebbe lanciare contro il territorio della Russia e attende il via libera – scrivono-. Biden e Scholz hanno già detto no per i missili Usa Atacams e per i missili tedeschi Taurus per un timore di escalation. Pertanto per ora la richiesta avanzata dal presidente Zelensky ha conosciuto una battuta d’arresto. Questo anche a seguito delle recenti dichiarazioni del presidente Putin, che ha esplicitamente considerato un attacco diretto sul territorio russo come un atto di guerra da parte della Nato”.
La richiesta è di considerare il rischio di “una grave escalation nel conflitto in corso e di trascinare ulteriormente il nostro Paese in una guerra aperta contro la Russia, con conseguenze inimmaginabili per la sicurezza europea e globale”.
Missili Storm Shadow – viene sottolineato – che “pur essendo fabbricati nel Regno Unito, utilizzano tecnologie cruciali fornite dall’industria italiana, in particolare dal Gruppo Leonardo che ha sviluppato il sistema di navigazione e puntamento di questi ordigni“.
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