Economia

I POTERI CORTI – Srls, lavoro e Irpef

di Marco Travaglini -


La libertà di fare impresa è, e deve essere, un caposaldo della nostra società.
La sua facilitazione negli atti e nelle prassi, la semplificazione, non solo normativa sono, e devono essere, capisaldi del sistema produttivo.
Tuttavia, voglio lanciare una provocazione.
Qualche anno fa, è stata permessa la costituzione della società di capitali semplificata (Srls), anche con la somma simbolica di un euro come capitale sociale: a parte le polemiche della classe/casta notarile per l’eliminazione dei costi di costituzione, ne parlo per riflettere sull’importanza degli interventi semplificativi e delle loro conseguenze…a valle.
Ho utilizzato e proposto tale formula di facilitazione, ma sono abbastanza certo (anche per le esperienze personali), che la Srls mini, per definizione, l’essenza del fare impresa oggi.
Una società in cui il valore del lavoro – favorito ad esempio da facilitazioni che spostano l’attenzione del fare impresa dal capitale al lavoro – non è più efficiente e non è più considerato e pagato, in proporzione al rendimento, come una volta, rischia di contaminare negativamente il substrato culturale, necessario al fare impresa oggi.
Signori, non c’è niente da fare, le imprese piccole e senza capitale, non oleano il proprio sistema di business e di lavoro, non riescono a valorizzare i prodotti/servizi artigianali, freschi e sartoriali che offrono, restano escluse da quel contesto produttivo dove il valore immateriale di tutto il processo organizzativo e di vendita è fondamentale ed è molto legato al successo dei servizi e degli asset proposti.
Per non parlare poi di quei momenti di discontinuità dove il lavoro non funziona proprio e serve capitale per superare un periodo poco florido: il peggiore di tutti è stato il periodo Covid19, in cui le piccole aziende senza capitale non hanno passato bene la bufera.
È vero, dunque, che nella platea dei circa 42 milioni di contribuenti Irpef, una gran fetta paga per gli “altri”, ma siamo certi che tutti gli “altri” sono evasori che comprano la barca con il mancato versamento? Non sarà che molti si ritrovano con scarsa liquidità a valle per problemi a monte, dovuti anche al fare impresa con basso capitale?
La competenza si paga con la cassa e, se i margini sono bassi, il lavoro è improduttivo e le banche non finanziano, dove si prende la cassa? Con il capitale di un euro, come si possono pagare Irpef vari e superare continui momenti di discontinuità e incertezza?
La soluzione però non è certo l’obbligo di costituire società con capitale minimo elevato, e le semplificazioni fanno sempre bene al fare impresa. La sfida è sempre prima culturale e formativa e di diffusione di strumenti: il lavoro, da solo, non paga più, le società senza soci di capitale funzionano poco e la conoscenza di strumenti alternativi, finanziari, tecnologici e di modelli, è la base per uscire fuori dal pantano improduttivo e demotivante che spesso ci attanaglia.


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