Sport e valori della socialità: tornano i Giochi della Gioventù
Un’opportunità per rafforzare il legame tra scuola, comunità e sport e per evidenziare il valore di quest’ultimo non solo come competizione, ma come veicolo di crescita umana e sociale: i Giochi della Gioventù sono questo e molto altro. Con l’approvazione all’unanimità e in via definitiva del disegno di legge che promuove la pratica sportiva nelle scuole e rilancia in via sperimentale per i prossimi due bienni la manifestazione sportiva scolastica creata nel 1968 dall’allora presidente del Coni Giulio Onesti – soppressa definitivamente nel 2017 dopo vari stop and go – si compie un ulteriore passo verso la piena realizzazione di quanto enunciato con l’introduzione dello sport in Costituzione. Una legge che si inserisce, dunque, nel solco dell’impegno affinché venga riconosciuto il valore educativo e sociale dell’attività sportiva in tutte le sue forme ma anche per fare in modo che vengano eliminati gli ultimi retaggi di un pregiudizio che ritiene incompatibile il percorso di uno studente con quello di un atleta. In altri Paesi coniugare la carriera sportiva, anche a livello professionistico, con quella scolastica rappresenta un plus, mentre in Italia spesso questo aspetto non solo non viene riconosciuto ma spesso viene anche ostacolato. La sfida dunque non è solo quella di dotare le scuole italiane di strutture al passo con i tempi, recuperando colpevoli ritardi, ma anche e soprattutto una sfida culturale. Non a caso nella realizzazione dei nuovi Giochi della Gioventù sono coinvolti vari attori istituzionali: Sport e Salute, il ministero dell’Istruzione, il dipartimento per lo Sport e quello per le Politiche in favore delle persone con disabilità, a testimonianza della volontà condivisa di rilanciare un’iniziativa che ha formato generazioni di giovani. “Un nuovo inizio che va ben oltre Giochi, un progetto-manifesto nel quale la dimensione del confronto sportivo si coniugherà con l’affermazione dei valori della socialità, dell’inclusione, del rispetto in tutte le sue forme, della promozione di sani stili di vita e del benessere individuale e delle comunità” per usare le parole del ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, che sottolineano il valore educativo e formativo della competizione che si propone di integrare la pratica sportiva con l’educazione civica, creando un contesto dove lo sport diventa strumento di crescita personale e collettiva. E di inclusione: particolare attenzione all’equa rappresentanza di genere e agli studenti con disabilità, che potranno partecipare sia a gare integrate che a gare dedicate. Sulla stessa linea il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, sin dall’inizio del suo mandato impegnato nel sostenere l’importanza del binomio sport e scuola “per favorire la crescita e la maturazione dei nostri giovani e per contrastare la dispersione scolastica” con l’obiettivo di “una scuola sempre più inclusiva e con standard qualitativi sempre più alti, in cui siano valorizzati e promossi i talenti di ogni giovane”.
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