Energia, l’urlo di Confindustria: “La speculazione ci distrugge”
Emanuele Orsini, presidente Confindustria, durante levento Investimenti, innovazione, credito organizzato da Intesa Sanpaolo e Confindustria a Milano, 14 gennaio 2025. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI (npk)
A corto di energia e in mano alla speculazione internazionale: in Italia, le imprese la pagano un quarto in più rispetto rispetto alla media europea e ora Confindustria non può più attendere e azzanna la speculazione: “Non possiamo più far finta di nulla, vogliamo distruggere l’industria?”. Le parole del numero uno di via dell’Astronomia sono risuonate all’assemblea della Federazione Gomma Plastica, tenutasi a Milano: “La speculazione finanziaria che c’è sull’ energia, al rialzo o al ribasso, impone che il costo vada a paralizzare l’industria per qualcheduno che sta facendo una montagna di denaro. Non possiamo più fare finta di nulla”, ha tuonato Emanuele Orsini. Che ha aggiunto: “Sia sul gas che sull’ energia elettrica serve un compromesso, occorre sdoppiare il costo dell’ energia elettrica e quello del gas: Vogliamo distruggere l’industria italiana perché c’è qualcuno che sta facendo speculazione?”. I numeri parlano chiaro, quelli pubblicati da Unimpresa rivelano che le imprese italiane, nel 2024, hanno acquistato energia pagandola, in media, il 24% in più di quanto facciano le industrie del resto d’Europa. Nel report, difatti, la comparazione dei prezzi non lascia spazio a interpretazioni di sorta. In Italia, l’energia è costata 100 euro a megawattora. In Francia, invece, le imprese l’hanno acquistata a 85 euro mentre, in Germania, il prezzo è stato ancora più basso, pari a 69 euro. Rispetto alla Spagna, invece, la sproporzione è evidente: in terra iberica, difatti, un mwh costa “solo” 50 euro. La media Ue, invece, riferisce di un prezzo medio di 76 euro. In Italia si paga un quarto in più.
Si tratta di numeri mostruosi capaci di mettere in ginocchio l’industria nel nostro Paese. E si riferiscono all’anno che si è appena concluso quando, tutto sommato, grossi sbalzi dei prezzi non se n’erano visti. Poi è accaduto che, con la chiusura definitiva del gasdotto russo decisa dal governo dell’Ucraina, il clima (e i costi) dell’energia si siano impennati. Orsini questo lo sa. E snocciola cifre e numeri per il 2025. Che svelano i rincari, fortissimi, registratisi in poco più di un mese: “Se pensiamo che a fronte di una bolletta di 143 euro in Italia, in Germania è pari a 101 euro e in Francia a 70 euro mi domando come sia possibile rimanere competitivi stando in questo Paese”. Ma il presidente di Confindustria sa pure che tra i maggiori fornitori di gas, all’Europa, adesso c’è l’America. Con cui bisogna sedersi a un tavolo e trovare il coraggio di negoziare: “Sul gas, l’energy release deve andare avanti, ma in un momento in cui i dazi preoccupano tutti, visti i rapporti di dialogo con gli Usa, l’Italia deve intavolare una negoziazione che punti su due elementi, l’acquisto di gas e la difesa”. E dopo aver deplorato la differenza gigantesca tra Vecchio Continente “che fa scappare le imprese” e Stati Uniti che puntano forte “sull’attrazione delle aziende”, Orsini ha aggiunto: “L’Ue deve pensare a un prezzo europeo per l’energia e a una difesa europea”.
Il tema caldo, nemmeno troppo sullo sfondo, rimane quello del mix energetico. Ossia del ritorno del nucleare: “Ultimamente vediamo molti d’accordo sullo sdoganare il nucleare, anche parti dell’opposizione; bene, la sperimentazione ci sarà, ma per essere concreti ci vorranno almeno 7-8 anni. E nel frattempo che cosa facciamo? Io non sono contrario a riattivare i reattori esistenti perché serve a salvaguardare l’industria italiana e anche il benessere dei cittadini”. Insomma, bene parlarne, benissimo avviare l’iter legislativo ma occorre pensare anche a oggi prima che il nucleare di nuova generazione possa tornare a scaldare le case e illuminare le imprese. Altrimenti rischia di non trovare più industrie aperte. “Guardando la mappa delle centrali, ce ne sono in tutta Europa, meno che in Italia. Da adesso a otto anni che facciamo? Serve trovare un compromesso per fare andare avanti il Paese”.
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