Sovraffollamento nelle carceri: è ancora emergenza
Sovraffollamento nelle carceri: è ancora emergenza. L’accento cade proprio sull’avverbio ‘ancora’ sul quale piomba e si misura tutto il peso di quello che più di un problema ha assunto le dimensioni di un dramma del quale si è ampiamente parlato giovedì nel corso di un convegno promosso dall’associazione ‘Uniti nel Fare’ presieduta da Renata Polverini. Non a caso, il sovraffollamento e, più in generale, le criticità della situazione carceraria ultimamente si affacciano nel dibattito politico con sempre maggiore frequenza. Al punto che Giordano Fatali, presidente di Ceo for Life, che ha ospitato l’evento, aprendo i lavori ha lanciato la proposta di istituire una task force nazionale permanente sull’emergenza carceri nella convinzione che “soltanto facendo collaborare le competenze migliori in modo costante si può costruire qualcosa di buono”. Collaborazione come tassello fondamentale per risolvere una situazione critica, appunto. Un’esigenza di cui sono ben consci gli stessi detenuti, come dimostra la lettera inviata in occasione del convegno da Gianni Alemanno e Fabio Falbo. Nella missiva si denuncia, infatti, come il “recente dibattito parlamentare sulla situazione carceraria si sia risolto in uno scontro tra opposti schieramenti politici, invece di essere un confronto reale sulle radici e sulle conseguenze del problema”. Un problema “noto a tutti” che Irma Conti, componente del Garante Nazionale per i detenuti, non stenta a definire “patologico” e che deve investire l’intera società, troppo spesso permeata di pregiudizi e stereotipi che mortificano la funzione rieducatrice e riabilitatrice della pena, nella consapevolezza che “la persona ristretta della libertà personale, una volta uscita dal carcere non è un ex detenuto, è libera.” Proprio su quello che ha definito “l’obbligo costituzionale del percorso riabilitativo” si è soffermato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che ha anche rimarcato come il carcere sia un luogo che priva le persone della libertà, ma che non può e non deve negare loro la dignità, cosa che purtroppo, invece, troppo spesso accade. Nel fare il punto sui vari aspetti e le diverse criticità che attengono all’amministrazione carceraria, il rappresentante del governo ha anche annunciato alcuni interventi che dovrebbero essere messi in campo a breve, su tutti quelli tesi a limitare l’applicazione della carcerazione preventiva. L’esponente di Forza Italia ha poi sottolineato come “questo è l’unico governo che si sta occupando del sovraffollamento. Poi si potrà discutere come se ne è occupato, ma le terapie sono a effetto multiplo” e vedono anche forte “attenzione ai profili del trattamento”. Per il sottosegretario Sisto “un tema di grande rilevanza. Se non c’è la luce in fondo al tunnel, non c’è la possibilità di applicare l’articolo 27 della Costituzione. In contrarietà a quelle che sono le forme di svuotamento dei penitenziari tout court, non si esce dal carcere perché non c’è posto, si esce dal carcere se c’è un percorso rieducativo”. Un focus, oltre che sul sovraffollamento, è poi stato fatto anche sulle criticità del sistema sanitario nei penitenziari, con Rita Bernardini di ‘Nessuno tocchi Caino’ che ha definito come “un’assurdità che la carenza di agenti sia una delle cause che impediscono gli accerti clinici ai detenuti, impossibilitati a recarsi alle visite perché non c’è personale che possa fare loro da scorta”. L’esigenza “di mettere in filiera le istituzioni che si possono e si devono occupare delle carceri, dallo Stato alle Regioni, magari intervenendo in sede di conferenza unificata”, è stata poi evidenziata a L’identità da Renata Polverini convinta della necessità di “mettere a lavoro persone che conoscono il sistema e le condizioni carcerarie, che conoscono il lavoro che non viene proposto all’interno degli istituti e l’assistenza sanitaria che purtroppo da quando è andata alle Regioni è di qualità inferiori rispetto a quando esisteva un sistema interno”. Senza dimenticare, ha aggiunto, che “ci sono alcuni reati per i quali le pene possono essere sicuramente alternative”.
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