Sos scuole contro la giustizia sommaria
Sos scuole italiane si è arrivati alla giustizia sommaria. Quella per la quale ciascuno si sente autorizzato ad aggredire e picchiare, da solo o in branco. Una violenza frequentemente fomentata dall’onda social, con le chat dei genitori diventate uno dei luoghi più tossici dai quali distanziarsi e che pure, invece, servirebbero a fare prove di comunità, considerati i più ultimi episodi. Raccontano di una deriva completa da valori che, se non sono custoditi dai genitori, è assai difficile possano trovare albergo nell’educazione dei figli.
La storia più recente è quella di Castellammare di Stabia ove una insegnante di sostegno dell’istituto comprensivo Salvati è stata in maniera selvaggia picchiata da un branco di 30 genitori e perfino ingiuriata, questo il presunto alibi della spedizione punitiva, di aver abusato sessualmente di uno studente mentre invece aveva chiesto la sospensione di due studenti sorpresi a fumare.
Il ministero guidato da Giuseppe Valditara aveva contato 46 violenze nelle scuole da gennaio a marzo, oltre 130 sarebbero le denunce raccolte negli ospedali in tutto il 2023 fino ai primi due mesi del 2024. Il governo ha proposto al Parlamento una legge, poi approvata, che inasprisce di qualche anno le pene per l’aggressione e l’oltraggio negli istituti scolastici. Prossimo sarebbe il via di un Osservatorio nazionale per la sicurezza nelle scuole, il 15 dicembre di ogni anno sarà celebrata una Giornata contro questo tipo di violenza. Due mesi fa l’ok ad un ddl sulla condotta. Ma è palese a tutti che forse neanche tutto questo basti: sos scuole.
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