Cultura & Spettacolo

Sophia Loren. Ieri, oggi, domani. Per sempre

di Anna Lina Grasso -


Sophia Loren, una delle nostre attrici più amate, ha compiuto 90 anni, e nella sua biografia si dipana la vita di una bambina magra e scura, una ragazza insicura ma tanto bella da “far resuscitare i morti”, una giovane napoletana che in pochi anni conquista il mondo.

Sophia ci ha portati nella sua Pozzuoli dilaniata dalla guerra, nella Cinecittà dei primi kolossal americani, nella Napoli in bianco e nero di De Sica. Ci ha fatto conoscere Marcello Mastroianni e Cary Grant, ha sfilato con l’Italia intera sul red carpet tra Hollywood, Cannes, Venezia, Berlino; ci ha presentato Peter Sellers, Ettore Scola, Charlie Chaplin e Audrey Hepburn.

Nove David di Donatello, due Globi d’oro, la Coppa Volpi e il Leone d’oro alla carriera, cinque Golden Globe, un premio Bafta, un Prix d’interpretation feminine a Cannes, un Oscar come migliore attrice nel 1962 per “La ciociara” e l’Oscar alla carriera nel 1991. Film indimenticabili quali “L’oro di Napoli”, “Carosello napoletano”, “Ieri, oggi, domani”, “La ciociara”, “Una giornata particolare”, “Voce umana”, “I girasoli”, “Questi fantasmi”, “C’era una volta”.

Il viso di Sophia Loren che attraversa la cinepresa, è perfetto per il cinema: siamo agli sgoccioli del 1950 ed inizia così a Napoli la carriera di quella che diventerà una delle più grandi attrici della storia del cinema italiano. Mamma e figlia vanno a Roma all’avventura, senza soldi né appoggio ma mamma Romilda, pianista e sosia di Greta Garbo, “riesce a far scegliere da Melvyn Le Roy in persona la figlia Sofia come comparsa di Cinecittà in Quo Vadis, poi fa la posta a Totò davanti ai cancelli fin quando non intercetta il principe Antonio De Curtis presentandosi come conterranee e ottenendo centomila lire, di fatto un’elemosina per pagare l’affitto di casa a Roma.

Lo sguardo magnetico e le labbra burrose della diva italiana, la recitazione passionale e la grande tenacia, hanno contribuito al cambiamento dell’ottica con cui veniva vista la donna al cinema: non solo bella, oggetto di desiderio, di “intrattenimento”, o “santino” portatrice di valori, ma donna viva, carica di forza, di energia, di principi in cui crede e per i quali spesso si sacrifica. Il rischio sarebbe potuto essere quello di una forzata olografia se non ne fossero state dipinte anche le debolezze, i difetti, la vulnerabilità. E Sophia Loren ha incarnato appieno la fotogenia, qualità che non è nella vita ma nell’immagine della vita, propria del cinematografo e del cinema.

L’immagine cinematografica veicolata da attrici come Sophia Loren, mantiene il contatto con il reale e trasfigura il reale fino alla magia che si produce sul grande schermo.

L’immagine di una dea pagana, formosa, con occhi a mandorla e labbra soffici, la cui imponente presenza fisica sembra quella di una statua monumentale e che ci invita a vivere più intensamente il nostro mondo, come la Loren registrata da De Sica, in un’unica ripresa itinerante, tenuta per un tempo scandalosamente: la vista sbalorditiva di una giovane donna senza cintura, che interpreta una pizzaiola napoletana, mentre cammina per tutta la lunghezza di una strada affollata, muovendosi in modi che sicuramente non ricordano il marmo. Con questa sola immagine, prendeva vita la star internazionale Sophia.


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