Attualità

Sondaggi, Trump piace meno agli americani (e agli italiani)

di Angelo Vitale -


Sono affidabili, anzi sono inaffidabili e non servono, specialmente se ti sono sfavorevoli: l’ormai storica controversia sui sondaggi, ad ogni latitudine geografica e politica, lascia invariate, se non rafforzate le opinioni di chi ne viene informato. E anche stavolta forse sarà così, tanto accelerato è lo schierarsi pro o a favore di Donald Trump, negli Usa e fuori degli Usa, forse anche per partito preso. Ce ne sono molti sul presidente americano, chissà cosa evidenzieranno quelli fatti dopo il caos globale scoppiato nelle ultime ore, dopo le voci poi smentite di una moratoria sui dazi. E chissà se i prossimi mesi (o i prossimi anni) ci racconteranno di chi – in questo caos – ci ha pure guadagnato, strano che non si parli in questi giorni di insider trading.

Come va la popolarità di Mr. President? Il Wall Street Journal ha sondato il parere degli americani tra il 27 marzo e il primo aprile. Il 54% degli americani disapprova i dazi commerciali imposti da Trump, il 52% critica la sua gestione economica e il 51% esprime un giudizio negativo complessivo sulla presidenza. Nonostante ciò, Trump mantiene il 93% del sostegno tra chi lo ha votato nel 2024.

Per Ipsos, più o meno nello stesso periodo, il consenso di Trump è sceso dal 47% al 44% dall’insediamento di gennaio. Sul tema inflazione, solo il 32% approva le sue politiche, mentre il 57% le giudica instabili. La fiducia economica degli americani è crollata di 14 punti rispetto al mese di novembre del 2024.

Nel mese di marzo, il 53% degli statunitensi disapprovava Trump secondo Quinnipiac University, con picchi del 60% di contrarietà sullo smantellamento del Dipartimento dell’educazione.

In Italia, l’80% boccia i dazi di Trump secondo un sondaggio YouTrend/Sky TG24, mentre il 52% degli italiani esprime giudizi negativi sulla sua presidenza a parere di Ipsos.

Sempre per YouTrend/Sky TG24, per gli italiani la risposta del governo Meloni dovrebbe essere quella di assumere un ruolo di mediazione tra Usa e Ue (lo pensa il 36%) o rispondere con dazi equivalenti (lo ritiene il 32%). Minoritaria, invece l’ipotesi di negoziare direttamente con Trump (20%).


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