Attualità

Solvay, lavoratori e sicurezza: dagli incidenti ai risarcimenti

di Ivano Tolettini -


Gli stabilimenti della Solvay a Rosignano, in Toscana, e ad Alessandria, in Piemonte, tornano al centro del dibattito politico, non solo locale, per la questione sicurezza dopo i recenti incidenti di cui si è occupata anche L’identità nell’edizione di ieri. L’esplosione di un collettore di distribuzione dell’azoto nel grande stabilimento livornese che ha fermato temporaneamente l’erogazione dell’azoto, senza peraltro provocare conseguenze per i lavoratori, e la rottura di un contenitore isotank con la fuoriuscita di una miscela intermedia di diclorofluoroetilene nella fabbrica alessandrina di Spinetta Marengo della Syensqo, che fa parte della multinazionale belga, hanno innescato un dibattito per la delicatezza delle problematiche della sicurezza sui luoghi di lavoro e sul versante ambientale. Anche per questo la deputata del Pd Stefania Marino, che fa parte della commissione d’inchiesta bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari afferma che “la situazione della Solvay di Alessandria è davvero insostenibile”. Mentre la onlus Medicina Democratica in passato aveva presentato un esposto contro la Società Solvay Chimica Italia S.p.A per i reati di inquinamento ambientale e morte o lesione come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, relativamente agli effetti cancerogeni prodotti sulla popolazione di Rosignano Solvay dall’esposizione ad inquinamento da cloruro di vinile. Questi esposti non hanno prodotto effetti giudiziari, ma nell’autunno 2023 Medicina Democratica aveva chiesto alla Procura di Livorno di riaprire il fascicolo. Il gip Mario Profeta, con il provvedimento del 29 luglio 2023, disponeva l’archiviazione del procedimento “per una questione di metodo più che di sostanza”, come osserva Medicina democratica, “potendo operare solo “in funzione integrativa e non sostitutiva dei poteri investigativi del Pm”, che è il titolare della ricerca dei reati. Nel frattempo, per l’amianto la Solvay di Rosignano è stata condannata per la morte di un operaio al risarcimento alla famiglia di 690mila euro. L’operaio pisano Romano Posarelli era stato stroncato a 67 anni, il 18 novembre 2010, da un cancro polmonare provocato dall’esposizione professionale ad amianto nello stabilimento di Rosignano. La Corte d’Appello di Firenze qualche settimana fa ha respinto il ricorso della Solvay S.A. che voleva negare la responsabilità professionale nel decesso del lavoratore. Se è vero che le condizioni sono migliorate nello stabilimento, è altrettanto vero che la multinazionale ha adottato un codice etico interno cui si devono uniformare anche i suoi manager a comportamenti cui sono tenuti anche fornitori e clienti. Quando avvengono incidenti come quello di una settimana fa, che avrebbero potuto provocare pericolose conseguenze e di cui si è occupata anche l’amministrazione comunale in una seduta del Consiglio municipale, da più parti ci si chiede se questo codice venga osservato scrupolosamente all’interno dello stabilimento per impedire gli incidenti.
Intanto, la Cassazione lo scorso giugno ha respinto il ricorso tributario della Solvay spa che mirava ad ottenere “il rimborso di € 6.841.530 derivante dalla dichiarazione IVA 2006, relativa all’anno di imposta 2005, nella quale era esposto un credito di € 9.052.238”. Tuttavia, con la nota n. 10/35550 del 1° ottobre 2010 l’erogazione del rimborso veniva sospesa per l’esistenza di numerosi contenziosi pendenti in attesa della definizione delle pendenze in corso o della presentazione di idonea garanzia, senza limiti temporali, fino all’ammontare del rimborso massimo. La società non prestava la garanzia richiesta e il rimborso non veniva, quindi, erogato”. Dunque, l’azienda belga è impegnata su più fronti, da quello della sicurezza negli ambienti di lavoro a quello tributario, con i sindacati che chiedono il rispetto degli accordi a tutti i livelli.


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