Sicurezza e Santanché: dossier roventi per la maggioranza
Sembra essersi sbloccata l’impasse sul disegno di legge Sicurezza che ha provocato forti critiche dell’opposizione, alcune frizioni all’interno della maggioranza e, soprattutto, che ha visto anche il Quirinale muovere alcuni rilievi. E sarebbero stati proprio i dubbi del Colle a convincere la maggioranza della necessità di modificare il testo al Senato, rendendo quindi necessaria una terza lettura alla Camera. Sebbene l’idea di dilatare ulteriormente i tempi per l’approvazione definitiva del provvedimento non abbia raccolto alcun entusiasmo dal centrodestra, il rischio di un rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica è un’eventualità da scongiurare a tutti i costi. Da qui l’apertura a modifiche, in particolare per quanto riguarda le discusse norme a tutela degli agenti delle forze dell’ordine e la permanenza in carcere delle detenute madri, per scongiurare complicazioni imbarazzanti. La Lega storce il naso, ma pazienza, meglio prevenire che curare è il ragionamento della maggioranza che, replicando alle accuse dell’opposizione, si premura di precisare che ampliare le tutele a favore delle forze di polizia non equivale in alcun modo a introdurre una sorta di scudo penale per gli agenti. Ma il disegno di legge Sicurezza non è l’unico tema caldo. Dopo il rinvio a giudizio di Daniela Santanché per il caso Visibilia le richieste di dimissioni del ministro del Turismo si sono intensificate, così come i timori del governo che la questione possa scoppiare in maniera ancora più dirompente. Dalla maggioranza non si nasconde che il dossier è delicato e che rischia di tenere banco ancora per giorni. Una considerazione dalla quale si presume che Palazzo Chigi non abbia ancora deciso le sorti della Santanché, benché la diretta interessata abbia chiarito che è pronta a rimettere il mandato nelle mani di Giorgia Meloni qualora la premier dovesse chiederglielo. Fatto sta che ieri a Palazzo Chigi è stata una giornata decisamente calda, iniziata con un vertice di maggioranza tra la presidente del Consiglio con i vicepremier Tajani e Salvini, e Maurizio Lupi, poi proseguita con una riunione tra la premier e i capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan. I diretti interessati smentiscono si sia parlato del caso Santanché, eppure inizia a farsi spazio l’ipotesi che a sostituirla possa essere proprio il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ricalcando lo schema che ha portato Tommaso Foti a rimpiazzare Raffaele Fitto.
Torna alle notizie in home