Sfiducia a Santanchè, la Camera boccia la mozione di 5Stelle, Pd e Avs
L’Aula della Camera ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dai 5Stelle e sottoscritta dal Pd e Avs nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio per il caso Visibilia e accusata di truffa ai danni dell’Inps. I no alla sfiducia sono stati 206, 134 i sì, un astenuto. Una seduta – l’esito era scontato, il centrodestra gode di un’ampia maggioranza a Montecitorio – caratterizzata dalle polemiche dell’opposizione, tornate a ribadire tutti i punti della vicenda giudiziaria in cui da tempo è coinvolta la ministra, e dall’intervento della stessa Santanchè. “Io non scappo dai processi -ha detto – io intendo difendermi nel processo” e “affronterò questa battaglia per la verità”, ha assicurato.
Ha ricordato la Costituzione, che sancisce il principio fondamentale della presunzione d’innocenza, aggiungendo pure di essere “una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene e sono felice di lavorare”, ciò che dai banchi di 5Stelle, Pd e Avs avevano stigmatizzato.
“A breve ci sarà un’altra udienza preliminare – ha aggiunto -, in quell’occasione farò una riflessione, perché è giusto che io la faccia, per poter anche valutare delle mie dimissioni, ma vi dico una cosa, lo farò da sola, lo farò solo con me stessa”. “Non avrò -has proseguito – nessun tipo di pressione, di costrizione o di paventati ricatti, sarò guidata solo dal rispetto per il mio presidente del Consiglio, per l’intero governo, per la maggioranza, ma soprattutto per l’amore che ho per il mio partito, Fratelli d’Italia, dove certo io non vorrò mai diventare un problema, ma vorrei continuare ad essere una risorsa”. Parole apprezzate da Fdi con applausi.
“Io non mi sento sola, anzi ringrazio i tanti colleghi che sono oggi qua al mio fianco”, ha affermato attorniata da molti ministri. Per l’esecutivo, questa volta infatti, a differenza del giorno in cui è partita la discussione sulla mozione -lo scorso 10 febbraio quando erano con lei solo i ministri Ciriani e Musumeci (“a titolo di amicizia”)- oggi di ministri se ne contavano dieci: Schillaci, Calderoli, Giuli, Abodi, Roccella, Foti, Casellati, Bernini, Valditara, Ciriani.
Sul lusso che ha difeso pure attaccando Francesca Pascale per la vicenda delle presunte borse griffate false, è stata netta: “Io non ho nulla da nascondere sulle mie borse, io non ho paura. Per voi io sono l’emblema di ciò che detestate. Voi non volete combattere la povertà, ma la ricchezza”.
Profilo basso negli interventi della maggioranza, sono intervenuti i componenti della Commissione Giustizia, al contrario delle opposizioni ove hanno parlato Elly Schlein e Giuseppe Conte.
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