Cinema

Seydou – “E adesso, Paulo, ti voglio con me a Dakar”

di Riccardo Manfredelli -


Un anno fa, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vinceva il Premio “Marcello Mastroianni” al Miglior Giovane Attore per “Io Capitano” di Matteo Garrone. Seydou Sarr torna in laguna per presentare “Il Sogno non ha colore”, densissimo documentario in cui racconta la sua storia, divisa tra il sogno di diventare un calciatore e l’inizio folgorante di una carriera cinematografica.
«Eravamo in Senegal ed è stata mia sorella a dirmi che c’era il casting per un film. Io quel giorno avevo una partita e lei venne a riprendermi in taxi per portarmi al provino», ricorda Sarr alla cinepresa di Simone Aleandri, «Arrivati lì c’erano almeno 200 persone, io mi chiedevo come avrebbero potuto accorgersi di me e mia sorella mi diceva: “Che ne sai?”».
Il successo internazionale lo ha travolto, portandolo fino a Los Angeles per la cerimonia degli Oscar: «Lì mi hanno presentato Sean Penn ma non sapevo chi fosse, perché nella mia testa c’è sempre stato solo il calcio, sognavo di arrivare in Europa da calciatore. “Io Capitano” mi ha cambiato la vita ma io sono rimasto sempre lo stesso».
In “Il sogno non ha colore”, prodotto da Rai Cinema con la collaborazione della Lega Serie A, Seydou Sarr gira l’Italia per incontrare e intervistare i campioni delle squadre più importanti del massimo campionato italiano di calcio. Con loro riflette sull’importanza dei sogni, di avere una famiglia che ti supporti e creda in te, e affronta il tema del razzismo, in campo e fuori: «Mia madre mi ha sempre detto di concentrarmi sul mio sogno senza badare ad altro. Sui social, quando mi scrivono cose cattive, non leggo. E per strada faccio finta di niente», spiega Seydou prima di una sessione di rigori vista mare con Omar Daffe. La risposta dell’ex calciatore, oggi capo dell’Ufficio Antirazzismo della Serie A, è da manuale: «Se io e te adesso vedessimo una donna che viene aggredita dovremmo fare finta di niente perché non ci riguarda? Io non lo faccio per me: lo faccio per chi arriverà, per te e per i miei figli, che non voglio subiscano quello che ho subito io».
“Il ragazzo si farà”, come canta De Gregori sui titoli di coda del film. Oggi Seydou vive a Maccarese (Roma) in una casa che condivide con un gruppo di amici, «tutti matti». Il suo cuore batte, ovviamente giallorosso: possiamo dunque ben immaginare quali emozioni lo abbiano attraversato nell’incontrare una bandiera come Totti o entrare per la prima volta all’Olimpico, l’occasione gli è venuta dalla premiazione della Coppa Italia Frecciarossa 2023/24 vinta lo scorso maggio dalla Juventus. Lui prova a metterle in parole così: «L’ho sempre visto solo in televisione. Trovarsi per la prima volta davanti a tutti quei tifosi… mamma mia! Anche se non diventerò un calciatore, questa rimarrà la giornata più bella della mia vita».
E intanto strappa a Paulo Dybala la promessa di un viaggio a Dakar.


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