Senza Zuccheri Aggiunti – Sopravvalutazione e frustrazione
Ma sì, parliamone, di questa straordinaria economia nazionale fondata su due capisaldi: la sopravvalutazione e la frustrazione. Un capolavoro di equilibrio, un modello da esportare, perché non si basa su cose noiose come la competenza o i risultati concreti, no, qui si gioca su due registri ben più creativi. Prendiamo la sopravvalutazione, per esempio. È l’arte di convincere tutti, contro ogni evidenza, che qualcuno sia il migliore, un talento raro. Un caso a caso: Alessandro Cattelan, che passa a condurre il Dopofestival come fosse la cosa più ovvia del mondo. Certo, magari i suoi ascolti in TV sono stati sempre un po’… come dire, “americani”, ossia grandi solo nei sogni. Ma qualcuno, da qualche parte, ha deciso che Cattelan è giovane, moderno e capace, un manifesto del rinnovamento. E allora, avanti, mettiamolo a condurre anche Sanremo, già che ci siamo. Se poi gli ascolti non seguono, pazienza, si dirà che “è colpa del pubblico che non capisce”. E lui, tranquillo. Chi non lo sarebbe? Dall’altra parte c’è la frustrazione. La provano quelli che, nonostante fatica, talento e risultati, vedono sempre qualcun altro passare avanti. Come? Beh, magari con un bel colpo di spalla, alla destra, o forse, meglio, dalla sinistra. E quando qualcuno osa lamentarsi, eccoli: gli etichettano come rosiconi, li accusano di non accettare il sistema. Insomma, invece di applaudire i sorpassatori, si permettono pure di notare l’ovvio. Ma che ci volete fare? Asteroide. Una volta in più.
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