Attualità

Senza Zuccheri Aggiunti – Il coraggio di chi tace

di Nicola Santini -


Quest’epoca sarà consegnata alla storia come quella in cui in cui tutto sembra dover essere detto, scritto, pubblicato. Eppure, il silenzio continua a essere una delle forme più eloquenti di comunicazione. Una non risposta, infatti, non è mai neutra: è una risposta in sé, spesso più potente di qualsiasi parola. La differenza cruciale sta nel coraggio e nella responsabilità di chi tace, e nell’intelligenza di chi deve decodificare quel silenzio. Quando qualcuno evita di rispondere, non sempre è per indecisione o superficialità. Spesso, si tratta di una scelta deliberata: un modo per evitare ambiguità, per non dire qualcosa di cui non si vuole o non si può essere responsabili. Questo gesto, apparentemente passivo, può essere un atto di grande consapevolezza: dire “no” senza dirlo, o lasciare che un “sì” rimanga implicito, affidando al destinatario il compito di interpretare. Dall’altra parte, chi pone una domanda deve essere altrettanto intelligente. Insistere per ottenere un chiarimento non sempre è necessario: a volte, il messaggio è già contenuto nella mancanza di una replica. La capacità di accettare il silenzio, di non fantasticare o forzare risposte, è una forma di maturità. Chi comprende una non risposta ha il dovere di agire di conseguenza, incassando o prendendo una decisione. Non c’è spazio per l’ambiguità: il coraggio di chi tace e l’intuizione di chi ascolta trasformano il silenzio in un dialogo autentico.


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