Attualità

Senza Zuccheri Aggiunti – Gourmet, più paghi meno mangi

di Nicola Santini -


Non c’è niente di peggio che varcare la soglia di un ristorante gourmet, convinti di vivere un’esperienza culinaria memorabile, e ritrovarsi invece a fissare un piatto grande quanto una piazza, su cui troneggia un misero tentacolo di calamaro spaparanzato su una foglia di rucola. E il conto? Roba che ti fa rivalutare la mensa aziendale, con le sue lasagne fatte da chi ha perso il tocco negli anni ’80.
Non si tratta più di alta cucina, di quella tecnica magistrale che dovrebbe esaltare il palato. No -capiamoci- oggi si tratta di spilorceria mascherata da arte. Gli chef gourmet si sono trasformati in contabili di condominio, intenti a risparmiare su ogni grammo di prodotto. Invece di fare il pieno di sapori, ci ritroviamo a pagare cifre da capogiro per un cucchiaino di qualcosa che ha il retrogusto della presa in giro.
Ecco il paradosso: più paghi, meno mangi. Una tendenza che ha raggiunto livelli surreali. Il cliente gourmet è il nuovo pollo da spennare: paga per l’esperienza, dicono. Ma quale esperienza? La sensazione di dover ordinare una pizza a domicilio appena usciti dal ristorante?
L’unica soluzione rimasta, ormai, è chiudersi in casa e spadellare come disperati. Perché se vuoi mangiare decentemente senza dover vendere un rene, devi fare da te. Ormai l’alta cucina si fa in cucina, quella vera, di casa tua, non in un ristorante dove il vero protagonista è l’ego dello chef, non il cibo.


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