Senza Zuccheri Aggiunti – Errore, colpa e autocritica
Io non credo nella didattica dell’errore, la gente dagli errori, nella maggior parte dei casi, non impara: incolpa. È una convinzione diffusa che ogni errore rappresenti un’opportunità per crescere, ma non tutti sono capaci di trasformare una sconfitta in una lezione. Anzi, il più delle volte si tende a riversare la responsabilità sugli altri, anziché fermarsi a riflettere su cosa sia andato storto. Troppo semplice attribuire la causa di un fallimento a fattori esterni, identificando un colpevole anziché ammettere i propri limiti o errori. L’autocritica è un esercizio faticoso e richiede un livello di maturità che non tutti possiedono. Di fronte a una caduta, è più facile cercare un nemico da accusare, un capro espiatorio che possa alleviare il peso della delusione. Questo atteggiamento, invece di favorire l’apprendimento, alimenta solo una spirale di giustificazioni e accuse che allontanano da un’analisi onesta delle proprie responsabilità. Quello che noto spesso è un evitamento sistematico della riflessione su se stessi. La gente, in genere, preferisce concentrarsi sulla difesa del proprio ego, cercando nella colpa altrui una consolazione facile. In questo modo, l’errore perde la sua funzione educativa e diventa un pretesto per puntare il dito. Non c’è una crescita autentica se non si è disposti a mettere in discussione le proprie scelte, e finché si sceglie di incolpare piuttosto che imparare, si resta fermi, incapaci di fare davvero un passo in avanti.
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