Cultura & Spettacolo

Secondo round di Prisma a prova di tabù

di Riccardo Manfredelli -


I nostri due anni di attesa, a Latina sono solamente tre mesi: dal 6 giugno scorso sono disponibili su Prime Video gli otto episodi della seconda stagione di “Prisma”. Il regista e sceneggiatore Ludovico Bessegato che ha già raccontato l’adolescenza in “Skam Italia”, giunta su Netflix alla sesta stagione, riprende da dove si era interrotto: il racconto dunque si dipana a partire da ciò che è accaduto dopo l’incontro sulla corriera tra Andrea (un “doppio” Mattia Carrano che rivediamo anche nei panni di Marco) e Daniele (Lorenzo Zurzolo) e dalle conseguenze che questo ha avuto sulla vita dei due; in particolare il secondo fa i conti con un forte senso di smarrimento e disgregazione del proprio alfabeto affettivo per come lo aveva sempre conosciuto: «Quello di Daniele non è stato un percorso facile, lui ha fatto degli errori ma, per come è andata a finire, ne sono felice», nota Zurzolo, ospite lo scorso 15 giugno con i compagni di set della trentesima edizione del Pride di Roma.
Ma “Prisma 2” è anche la stagione di Carola (Chiara Bordi), alle prese con gli effetti psicologici del revenge-porn, tra i temi preponderanti della serie insieme a identità di genere, transizione e carriera alias. Bordi sul rapporto con il suo personaggio: «Sicuramente io e Carola saremmo state amiche, le avrei dato il mio supporto ed è bello che lo riceva dal suo gruppo di amiche». Da applausi la scena dell’intervista con “Vanity Fair”, cammeo di eccezione come quelli di Achille Lauro e Giulia Salemi, in cui Carola/Chiara smonta uno dei tabù più ro ciosi rispetto alla rappresentazione della disabilità. Quando la giornalista le chiede se il fatto che sia disabile abbia contribuito a rendere ancora più virale il video, la ragazza risponde: «Sì, perché le persone non sono abituate a vederci fare cose normali, come il sesso per esempio. Pensano che abbiamo una vita tutta diversa». Diventa forse più complicata sotto alcuni aspetti, ma la vita può essere potente e piena anche dopo un trauma che sembra toglierti il diritto a ogni progettualità. In una delle scene più commoventi della terza stagione di “Doc – Nelle tue Mani”(Raiplay), Riccardo Bonvegna (Pierpaolo Spollon) cerca di ricordare proprio questo ad un’atleta sua paziente che condivide con lui l’esperienza dell’amputazione. Stringendo tra le mani un Superman senza una gamba, le dice: «Me lo ha regalato una persona molto speciale che mi ha detto: “Se non puoi camminare, vola. E allora tu nuota, Laura! Chi l’ha detto che non si può nuotare con una gamba sola?». Grazie Chiara, grazie Pierpaolo. Tornando a “Prisma”, il senso generale di sospensione che accompagna le ultime sequenze dell’ottavo episodio rende urgente il rinnovo della serie per una terza stagione. Bessegato è pronto: «Innanzitutto devono chiederci di andare avanti. Quando sarà, aspettatevi di tutto». E chiude: «Senza conflitto non esiste una storia. Se io avessi dato al pubblico solo quello che si aspettava, “Prisma” non sarebbe piaciuta così tanto».


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