Se ora lo stato lucra pure sui francobolli. Da Vespa a Giovanardi: la rivolta dei filatelici
CARLO GIOVANARDI POPOLO E LIBERTA'
di CARLO GIOVANARDI
Ho sempre detto scherzando che la mia attività principale nella vita e’ la collezione di francobolli e di storia postale, passione che ho soddisfatto anche presiedendo per anni l’ Associazione dei Parlamentari amici della Filatelia. Si tratta dell’hobby più diffuso al mondo ed anche in Italia, dove ci sono milioni di piccoli e grandi appassionati, centinaia di Circoli, decine di Riviste e Convegni sul Territorio, editori di Cataloghi, centinaia di Commercianti e austere Istituzioni come l’Istituto di Studi Storici Postali di Prato.
Adesso con Bruno Vespa e Gianni Letta mi onoro di far parte della Consulta Nazionale della Filatelia, che si riunisce presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy. Potrete pertanto capire la mia sorpresa quando all’inizio di questa settimana il titolare di uno dei più importanti Cataloghi di francobolli mi ha segnalato nella Gazzetta Ufficiale del 5 luglio la pubblicazione della conversione in legge ( la numero 87 / 2023 ) di un decreto legge che dettava disposizioni urgenti , tra l’ altro ,in materia di amministrazione di enti pubblici.
Non volevo credere ai miei occhi ma all’art. 8 ter modificando un altro decreto modificato con altra legge si introduce nel nostro ordinamento un articolo 11 bis che stabilisce al primo comma che “L’utilizzazione da parte di terzi delle immagini delle carte valori postali per finalità commerciali è vietata”. Nel secondo comma si dispone che “il Ministero delle imprese e del made in Italy, in qualità di autorità emittente e titolare in via esclusiva dei diritti di utilizzazione, può autorizzare l’utilizzazione da parte di terzi delle immagini delle carte valori postali per finalità non lesive … ”
Nel terzo comma, tanto per semplificare e chiarire, si prevede che “con decreto del Ministro delle Imprese del Made in Italy, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sono stabiliti i presupposti, le condizioni e le modalità per il rilascio della autorizzazione nonché la tariffa per la concessione del diritto di autorizzazione”.
Il decreto dovrebbe poi stabilire le modalità del versamento delle somme raccolte al Bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione al Ministero delle Imprese che li dovrebbe destinare infine “al sostegno e alla diffusione della Filatelia”.
Ma non e’ finita qui perché lo stesso comma stabilisce che il Decreto possa prevedere, “in ragione della natura culturale e sociale degli scopi perseguiti in via prioritaria dai terzi utilizzatori” … “casi di esonero del regime autorizzatorio ovvero di esenzione o di riduzione della tariffa per la concessione dei diritti di utilizzazione “.
Sarei davvero curioso di sapere chi ha ideato questo geniale articolo, probabilmente all’oscuro, cosi’ come i deputati e i senatori che l’hanno votato, che ci sono francobolli nuovi oppure usati, alcuni in corso, alcuni fuori corso, che rappresentano migliaia di personaggi, località, arti, mestieri, folklore, aziende, Chiese, Universitaà e Scuole, prodotti del Made in Italy ecc. ecc. ecc. Queste immagini sui francobolli, al cui utilizzo commerciale nessuno storicamente si e’ mai sognato di porre divieti, diventano oggi addirittura oggetto di autorizzazione amministrativa, con l’ occhiuta vigilanza dei burocrati di turno, che dovranno distinguere tra gli sfortunati pagatori per l’ utilizzo e i fortunati esentati ( fatta la legge trovato l’ inganno nella stessa legge ) .
In Consulta, convocata per il 27 luglio, proporrò di chiedere al Governo di abrogare di corsa questa norma in un prossimo Decreto legge, accantonando da subito l’ idea di emanare i decreti attuativi e sperando che il solleone non giochi altri brutti scherzi, anche perché, come esponente del centrodestra, mi aspetterei da questo Governo e da questo Parlamento tagli alle pastoie burocratiche e non nuove limitazioni per legge per Cataloghi, Riviste, Case d’ Asta, Libri, Studi, siti web che in quasi duecento anni di storia sono stati presidio della libertà di commerciare e di collezionare.
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