Editoriale

Se l’Ue sembra l’Italia bipolare

di Adolfo Spezzaferro -


Stiamo parlando dell’alleanza tra Ppe, primo gruppo dell’Europarlamento, uscito vincitore dalle elezioni, e i Socialisti, sconfitti alle urne. Insieme ai Liberali e probabilmente ai Verdi (e alle loro follie green). Questo succede perché i leader Ue arrivano con i loro nomi da giocarsi nelle trattative per i cosiddetti “top jobs”, i vertici Ue, noncuranti minimamente dall’esito del voto. “Quello che ho trovato surreale è che quando ci siamo incontrati” a discutere degli incarichi apicali Ue, ha raccontato la premier, “alcuni sono arrivati” con liste di nomi che ovviamente non possono mette d’accordo tutti, anzi. Proprio in virtù del nuovo assetto del Parlamento Ue. Su un nome, a quanto pare, ci sarebbe però il consenso di tutti: Ursula von der Leyen, che farebbe un secondo mandato alla presidenza della Commissione Ue. Per il resto, come ha detto chiaramente la premier italiana, “qualche sorpresa sulle maggioranze sui futuri dossier europei in Parlamento potrebbe arrivare”. Significa che sui temi divisivi così come sulle questioni improponibili (tipo le follie green, appunto), alla luce della crisi che attraverso l’eurozona a causa del combinato disposto lockdown da pandemia-guerra russo-ucraina e sanzioni contro Mosca, la destra rappresentata dal gruppo di cui la Meloni è presidente, ossia l’Ecr, così come altri gruppi fuori dalla maggioranza di centrosinistra – se sarà questa ancora una volta a guidare l’Europarlamento – faranno pesare i loro numeri. Altro tema che forse è alla base di tutti questi equilibri in bilico è il cosiddetto ritorno del bipolarismo. In Italia, come ha spiegato sempre la Meloni, si ripropone in una versione atipica. Da una parte c’è il centrodestra, che ha una visione comune, un programma comune e obiettivi che non sono in contrasto tra di loro. Dall’altra, c’è un centrosinistra spostato a sinistra, dove tutti sono contro tutti, accomunati soltanto dal dire no alle riforme del centrodestra. In sostanza, Schlein, Conte e compagni vari vogliono difendere lo status quo, anche a rischio di spaccare in due l’Italia. A guardare bene, la maggioranza Ursula però è esattamente la stessa cosa: un blocco eterogeneo, tenuto insieme soltanto dalla difesa delle poltrone di comando, nel tentativo di fermare l’avanzata della destra europea.


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