Scuola e impresa: c’è l’intesa governo-Fs per la formazione
Scuola e impresa: c’è il protocollo tra il Ministero dei Trasporti, il dicastero all’Istruzione e il Gruppo Ferrovie dello Stato per superare le discrasie tra la domanda e l’offerta di lavoro e formare così profili utili e richiesti dalle aziende. Che, a loro volta, potranno assumere colmano le lacune di personale specializzato, che patiscono ormai da tempo.
Il protocollo che unisce scuola e impresa nella missione possibile di creare lavoro è stato siglato nella sede del Ministero dei Trasporti. Padrone di casa, il vicepremier Matteo Salvini che ha ospitato, per la firma, il collega all’Istruzione Giuseppe Valditara e l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris.
L’alleanza durerà per tre anni. E coinvolgerà anche le Regioni che detengono tra le loro competenze quelle legate alla formazione e all’avviamento al lavoro. Con l’obiettivo, come si legge in una nota, di “promuovere l’informazione, il dialogo e la coprogettazione di percorsi e strumenti che rispondano all’esigenza di formare profili professionali adeguati ai fabbisogni occupazionali, e per promuovere progetti operativi con le scuole e le Regioni”. Ma non è tutto: “L’obiettivo è quello di costruire progressivamente una filiera sempre più integrata della formazione professionale” che diventerà come “strumento principale” una strategia di “potenziamento del raccordo tra mondo della scuola e mondo delle imprese attraverso momenti di confronto, che avranno lo scopo di contribuire nel tempo a colmare il divario tra le competenze richieste dalle imprese e quelle acquisite al termine del percorso scolastico, promuovendo una maggiore consapevolezza delle prospettive occupazionali e di crescita futura per le figure professionali di settore”.
Il protocollo prevede anche la promozione di percorsi formativi che utilizzino la didattica laboratoriale per sviluppare le competenze strategiche e la creazione di un monitoraggio tra i Ministeri sulle esperienze attivate e sui risultati conseguiti.
Il fenomeno è stato accelerato dalla pandemia e riguarda circa 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo, con il rischio di riduzione della produttività a livello globale del 6%. Si stima che, a livello nazionale tra il 2023 e il 2027, il 34,3% del fabbisogno occupazionale richiederà personale con un livello di formazione terziaria, universitaria o professionalizzante e il 48,1% riguarderà profili con un livello di formazione secondaria di secondo grado di tipo tecnico-professionale.
Solo in Italia, coinvolge oltre 2 milioni di persone e costituisce un ostacolo alla ricerca di personale competente e preparato da parte delle imprese e delle aziende.
Torna alle notizie in home