Politica

Scontro sull’autonomia Musumeci stoppa Zaia, è spaccatura tra alleati

di Ivano Tolettini -


Che fossero destinate a far discutere le dichiarazioni di chiusura, che per ora hanno il sapore della porta sbattuta in faccia a Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, del ministro Nello Musumeci, fedelissimo della premier Meloni, sulla richiesta dell’autonomia differenziata sollecitata dalle regioni a guida leghista per la materia concorrente della Protezione civile, era inevitabile. Che suscitassero perplessità a Venezia e Trieste era altrettanto scontato, dopo che i leader regionali del Carroccio avevano deciso di rompere l’accerchiamento con la richiesta del trasferimento di talune competenze previste dalla legge Calderoli, e come in una partita a poker i governatori sono andati a vedere. Del resto, se l’altolà viene ribadito da un autorevole membro del governo del partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, dopo che anche il ministro del Esteri, Antonio Tajani l’aveva piantata giù dura sul Commercio estero negando il proprio assenso al trasferimento di competenze dal centro alla periferia in attesa anch’egli della fissazione dei Lep, significa marcare politicamente una differenza riguardo alla “madre di tutte le riforme” (copyright Luca Zaia) che fa parecchio discutere non solo a Nordest. Ecco che allora la faccenda si fa seria per chi vuole spingere sull’acceleratore del regionalismo.

“RALLENTIAMO” – Prosegue, pertanto, lo spettacolo non edificante da parte della maggioranza che per smania di comunicazione verso il proprio elettorato, visto che la partita dei Lep non si chiuderà prima di fine 2025 metà 2026, si sta impegnando in virtuali autogol continui. “Io sono un autonomista convinto e l’ho ribadito più volte, provenendo tra l’altro dalla Sicilia terra autonomista d’elezione – spiega ai cronisti il ministro Musumeci -, ma non posso esserlo su una materia come la Protezione civile che ha bisogno di un coordinamento nazionale in tema di sicurezza collettiva”. Tra l’altro, come materia già concorrente gestita da Stato e regioni non ci sarebbe “non sarebbe nient’altro da delegare”. Pochi giorni prima anche Tajani aveva frapposto solidi paletti sulla devoluzione di funzioni del suo ministero, osservando in questo caso che non gli sembrava una grande idea che ci potesse essere il potenziale rischio di concorrenza tra prodotti italiani tipici perché ogni Regione si disegnava la propria strategia commerciale estera. Di qui “il rallentiamo” pronunciato dal ministro Musumeci che ha fatto scattare il campanello d’allarmesoprattutto a Nord Est, che vorrebbe scattare fuori dai blocchi del centralismo per primi per tagliare il traguardo autonomista.

“NON CI FERMIAMO” – La reazione di Zaia e Fedriga alle parole di Musumeci è stata decisa. Contro il ministro della Protezione civile hanno spianato il “fucile” decisionista. Tanto più che sulle 9 materia che non prevedono i Livelli essenziali delle prestazioni, è già stata avviata la trattativa tra Stato e regioni una settimana fa. “Nessuno vuole chiudere i ministeri – afferma Zaia – perché a noi servono, ma sul territorio possiamo gestire meglio la pratica di un’alluvione con un’ordinanza in deroga per essere più efficienti e veloci nel rispondere alle necessità di una popolazione in difficoltà”. Lo stesso Massimiliano Fedriga, da Trieste, osserva che “è già iniziata un’interlocuzione con il ministro Musumeci e andremo avanti su diverse funzioni che già oggi le Regioni svolgono nell’ambito della Protezione civile. Su tutte e 23 le materie si può lavorare – aggiunge – basta trovare l’equilibrio”. Fatto sta che i punti di vista tra il partito di maggioranza relativa e gli alleati di governo sono divergenti sull’autonomia. Tanto che FdI e FI vogliono attendere i decreti che indicheranno i Livelli essenziali delle prestazioni e i costi standard delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, prima di procedere con la delega di funzioni previste no-Lep. “Nella lettera scritta da Musumeci al collega Calderoli – conclude Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva -, si scrive che il dissesto idrogeologico è di competenza statale e lo stesso sottolinea come alcuni profili della riforma sull’autonomia presentano profili di incostituzionalità. Questa riforma non regge”.


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