Attualità

Prezzi fuori controllo, in Svezia c’è lo sciopero della spesa

di Giovanni Vasso -

IL NUOVO PUNTO ESSELUNGA A VIALE LIEGI SUPERMERCATO CLIENTI CIBO, CESTINO, SCAFFALI, SPESA


In Svezia scatta lo sciopero della spesa. Il tam-tam digitale sta creando un movimento di opinione in Scandinavia che è pronto a incrociare le braccia, e lasciare i carrelli al loro posto, per almeno una settimana fino a che i prezzi dei beni di consumo non caleranno. La questione è delicatissima perché, a Stoccolma e dintorni, i costi stanno deflagrando e appaiono letteralmente fuori controllo. Le stime, come quelle riportate dal Guardian che ha riportato la questione, parlano di prezzi da paura, letteralmente fuori controllo: solo di generi alimentari, in un anno, una famiglia media arriva a spendere quasi 30mila corone, poco più di 2.700 euro. Il simbolo, suo malgrado, dei rincari scandinavi è diventato l’esotico pacco di caffè. Il costo continua a salire, così come accade nel resto del mondo Italia compresa, ma presto potrebbe raggiungere la soglia psicologica delle 100 corone, pari a 9,25 euro. Per queste ragioni, e dopo l’ultima fiammata dei prezzi al dettaglio registratasi un paio di settimane fa, i consumatori svedesi hanno deciso di inscenare una protesta simbolica. Sette giorni di sciopero della spesa contro la grande distribuzione accusata, sui social in maniera neppure troppo velata, di fare “cartello” sulle spalle dei cittadini. Non è una novità, in Europa, una protesta del genere. Era già accaduto, nei mesi scorsi, in (quasi) tutto l’Est europeo. Dalla Bulgaria fino all’ex Jugoslavia, Croazia, Serbia e Montenegro. Da parte loro le catene della grande distribuzione si difendono imputando gli aumenti alle condizioni del mercato globale, ai problemi che affliggono il mondo e ai casi che stanno arroventando il clima economico, e politico, in Europa. Alle famiglie svedesi, però, queste spiegazioni non bastano, anche perché stanno assistendo al declino dello stato sociale che, per decenni, aveva fatto del Nord Europa un modello mondiale. Già, e qui torna il caso supermercati, perché, come riporta Ansa, e stando a quanto sarebbe emerso da un sondaggio Verian commissionato da Majblomman e Croce Rossa insieme a Radda Barnen-Save The Children, un genitore single su tre ha serissime difficoltà a mettere il piatto a tavola. O il cibo o i vestiti, le lezioni di musica, lo sport. Con un rischio di esclusione sociale altissimo e impensabile nel Paese simbolo dello Stato sociale.


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