Scioperi del venerdì, Salvini precetta: “Rispetto del diritto al lavoro”
L’ennesimo venerdì di passione, con lo sciopero indetto dai sindacati che ormai godono di weekend lunghi a scapito dei cittadini. A osteggiare le 24 ore di agitazione, che creerà disagi a tutti i settori, pubblici e privati, a esclusione del trasporto ferroviario, non c’è soltanto il “solito” ministro Matteo Salvini, ma anche il Garante degli scioperi, che aveva condiviso la riduzione dello sciopero a quattro ore proposta inizialmente dal leader della Lega. Una richiesta che il “partito” della Cgil ha rispedito al mittente, con il segretario del sindacato, Maurizio Landini, partito all’attacco contro Salvini. “Nonostante gli incontri formali e informali che si sono svolti nei giorni scorsi e nonostante l’apertura al dialogo manifestata da Cgil e Uil, che hanno già rispettato la legge, esonerando dallo sciopero la categoria del trasporto ferroviario, la Commissione di garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero”, scrivono, in una nota congiunta, Landini e il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Uno scontro aperto ancor prima dell’incontro al ministero dei Trasporti, voluto da Salvini, che con una lettera ha convocato i due capi dei sindacati per trovare la quadra, in un confronto istituzionale, sulla possibilità di ridurre da otto a quattro le ore di uno sciopero generale, indetto contro la Legge di Bilancio del governo Meloni, una manovra che Cgil e Uil giudicano “inadeguata a risolvere i problemi del Paese”. Motivo per il quale i due sindacati, ma non la Cisl, ha deciso di ricorrere all’ennesimo sciopero del venerdì, nel quale sono stati coinvolti tutti i settori pubblici e privati, compreso il trasporto pubblico locale e quello aereo, che è destinato a creare enormi disagi ai viaggiatori, visto che è già prevista la cancellazione di almeno 41 voli solo per Ita Airways. Salvo, stavolta, il trasporto ferroviario, che dovrebbe procedere regolarmente. Nonostante ciò, per Salvini otto ore di passione sono troppe, in un momento il ricorso agli scioperi e alle manifestazioni segna numeri elevati. E non è un caso che la questione vada oltre l’aspetto politico, visto che perfino la Commissione di garanzia sugli scioperi ha chiesto al ministro delle Infrastrutture di ridurre a quattro ore la mobilitazione del prossimo 29 novembre, soprattutto in relazione ai settori del trasporto passeggeri, dal momento che si profila “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. In una delibera approvata lunedì pomeriggio, infatti, la Commissione ha segnalato al ministro la concentrazione di una pluralità di scioperi, alcuni dei quali già indicati come illegittimi, rilevando che “tale addensamento provoca un pregiudizio grave al diritto alla mobilità dei cittadini utenti”. Una delibera del tutto snobbata da Cgil e Uil, che anziché considerare i continui disservizi ai cittadini e ai lavoratori che si vantano di difendere, partono all’assalto di Salvini, dileggiando il ministro e domandandosi “che cosa abbia fatto in questi due anni per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, per migliorare le condizioni del trasporto pubblico e per assicurare la regolarità degli orari e dell’efficienza del servizio”. Per Landini e Bombardieri “Il diritto alla mobilità va garantito sempre e non solo in occasione della proclamazione degli scioperi”. E ancora: “Salvini piuttosto farebbe bene a preoccuparsi di rinnovare i contratti a milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono al servizio della cittadinanza”. Una presa di posizione politica e in linea con la propaganda della sinistra, che non piace per nulla al segretario della Cisl, Luigi Sbarra, il quale ha bacchettato i due colleghi sindacalisti: “Usare la mobilitazione generale in modo compulsivo, oltre ad allontanare le persone dal sindacato, porta a toni sempre più alti e a un clima sempre più irrespirabile nei luoghi di lavoro e nelle comunità”. Per Sbarra “la via maestra è quella della contrattazione, della concertazione e della partecipazione. Altrimenti si corre il rischio dell’irrilevanza o quello di fare il gioco di chi ci vorrebbe trasformare in soggetti apparentemente rumorosi, ma di fatto deboli e imbelli”. Un braccio di ferro che, in serata, è terminato con la presa di posizione del vicepremier che ha precettato lo sciopero: “Per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos sono intervenuto direttamente riducendo a quattro ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati”. Perché il rispetto, dice Salvini, non è solo quello della protesta, ma anche del diritto al lavoro, dopo 949 scioperi in due anni.
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