Sciocchezze & Co., si salvi chi può
E’ finito il 2024, che si porta via un bagaglio infinito di notizie belle e brutte, comprese tante sciocchezze. Tra queste, assai pericolose, quelle che questa rubrica nata proprio l’anno scorso ha cominciato a segnalare. “Stupido è chi lo stupido fa”, diceva Forrest Gump. Ancor più più imbarazzante chi non se ne accorge, semmai credendo di diffondere notizie e informazioni indispensabili per le sorti dell’intero pianeta, se non solo dell’Italia.
Come mettersene al riparo? Salvando il giornalismo, forse. “La libertà di stampa è garantita solo a coloro che possiedono un giornale”, scriveva su The New Yorker un giornalista statunitense da noi ancora troppo poco noto, Abbott Joseph Liebling. Lo sappiamo bene a L’identità, che è proprietà di chi il giornale lo fa. Argomento forse troppo retorico, invece, per chi le notizie le cerca rapidamente e vuole leggerle, altrettanto velocemente. Qui arriva in soccorso sempre Liebling: “La gente confonde quello che legge nei quotidiani con le notizie”. Senza dimenticare che “Se ci provi con abbastanza energia e abbastanza a lungo, puoi sempre riuscire a prenderti a calci nel posteriore”.
Un ammonimento che vale per il lettore, come per chiunque decida di parlare o rilasciare dichiarazioni. Se ne sarà accorto chi finalmente ha scelto, al posto delle parole, l’oblio o ci è finito. O almeno, si è attrezzato a un minimo di cautela pur continuando a rimanere nel fascio di luce dei media.
Avrà imparato per esempio ad avere meno a che fare con la stampa il medico di Fedez, Marco Antonio Zappa, un “camice in fuga” che gridava contro il sistema sanitario pubblico da un “buen retiro” in quello privato. E Chiara Ferragni, moglie separata di Fedez e ormai emblematico esempio di come non vada fatta in Italia la beneficenza, dopo tante sciocchezze in questo scorcio di anno almeno non ci viene più dipinta come regina di una facile scalata al mondo dell’impresa. Solo due tra i tanti nomi di uno sciocchezzaio impetuoso che tornerà sicuramente a flagellarci in questo 2025. Una speranza – per non “immolarci agli imbecilli”, come diceva Gustave Flaubert – ci arriva dall’ottimismo dello storico Yuval Noah Harari nelle sue “21 lezioni per il XXI secolo”: “In un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidità è potere”.
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