Editoriale

Schlein, Pavlov il dito e la luna

di Adolfo Spezzaferro -


Lo diciamo da tempo, l’astensionismo è un problema grave di rappresentanza democratica e conclama un disamoramento sempre più radicato per la politica e per chi ci amministra. Da tempo diciamo pure che la classe politica ha una evidente responsabilità per il calo continuo dell’affluenza alle urne: sta ai partiti e ai loro leader riconquistare gli elettori, convincere chi non vota più da tempo a tornare ad esercitare il suo diritto-dovere. In questi giorni però, dopo l’esito delle comunali di lunedì, sta montando un’altra questione, legata a doppio filo all’astensione crescente: quella dell’utilità del ballottaggio. Questo perché, numeri alla mano, è ormai un classico che al secondo turno i candidati a sindaco prendano meno voti del primo turno. Il motivo è proprio perché al secondo turno vanno a votare ancora meno cittadini del primo turno. Il risultato è che talvolta vengono eletti sindaci che hanno una rappresentanza democratica pari a quella di un amministratore di condominio. E se la sinistra esulta perché ha vinto in più comuni del centrodestra, la maggioranza si interroga proprio sui ballottaggi. E lo fa per senso civico, per senso delle istituzioni, non – come scrivono i giornali di sinistra – per vendicarsi della “sconfitta” elettorale. Il senso di responsabilità di chi pone la questione di abbassare al 40% la soglia per essere eletti sindaci al primo turno, per evitare un secondo turno disertato dagli elettori, è dimostrato dal fatto che così facendo offre il fianco all’opposizione. I pavloviani Schlein e compagni però guardano il dito e non la luna. Con i ballottaggi, in piccolo avviene quello che è macro(n)scopico in Francia: un presidente eletto che rappresenta una minoranza del Paese, ora ancora più minoranza, visto che la Le Pen sta per vincere le politiche. A chi obietta che questa è la democrazia, rispondiamo che le regole vanno cambiate quando la democrazia si indebolisce. Per rispettare a pieno l’indicazione dell’elettorato.


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