Scandalo scuole: 6 su 10 non sono a posto su agibilità e prevenzione incendi
Scuole, a che stiamo? Occorre investire di più non solo sull’edilizia scolastica ma sull’intero sistema di istruzione: i dati e il monito lanciati dal governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta al meeting di Rimini erano stati chiari e inequivocabili, ribadendo come l’Italia sia “l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione”. Un allarme, il suo, in partenza da due dati: la spesa dell’Italia per l’istruzione nel 2022 è stata di circa 79 miliardi di euro mentre la spesa per interessi passivi delle pubbliche amministrazioni sempre nel 2022 è stata 82,9 miliardi di euro.
In questo scenario, colpiscono come ogni anno i numeri del 22esimo Rapporto di CittadinanzAttiva sulla sicurezza nelle scuole italiane, anche questa vota “insidiato” da decine e decine di amministrazioni locali di città pure importanti dello Stivale che non hanno risposto alla richiesta di invio di dati trasparenti.
Fino a settembre 2023, rileva il report, sono stati 69 i crolli che hanno interessato le scuole, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni: di questi, 28 si sono verificati nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). In molti casi, eventi preannunciati da segnali visibili ma sottovalutati.
Sempre elevato il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16%) né quello di prevenzione incendi (57,68%); senza collaudo statico il 41,50% (i dati fanno riferimento al 2022, ultimi resi disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica).
Piccoli passi in avanti – ma ancora insufficienti se si considera che, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2 – si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici: poco più del 3% ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.
Il Pnrr, rileva il Rapporto, rappresenta una opportunità unica e irripetibile. Per questo “occorre guardare già ora al post Piano, non solo per garantire il funzionamento delle nuove strutture (in particolare nidi e scuole dell’infanzia) ma per assicurare continuità dei fondi all’edilizia scolastica, indipendentemente dai governi in carica se si vuole davvero capovolgere, in meglio, la situazione delle nostre scuole, rendendole non solo sicure ma accessibili, ecosostenibili e belle, dotate di palestre e mense”.
Su questo, i numeri del rapporto individuano – anche oltre l’urgenza rappresentata dai crolli e da una situazione complessiva che evidenzia poca attenzione al tema della sicurezza e del rischio – precise responsabilità negli enti proprietari degli immobili scolastici, i Comuni e le Province.
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