Esteri

Scambio di prigionieri tra Russia e Occidente con la mediazione turca

di Ernesto Ferrante -


Si è svolto ad Ankara, nel pomeriggio di ieri, il maxi-scambio di 26 prigionieri tra la Russia e diversi Paesi occidentali (Germania, Polonia, Norvegia, Slovenia, Russia e Bielorussia), che riguarda tra gli altri tre cittadini americani, il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, il veterano dei Marine Paul Whelan e la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva, oltre a Vadim Krasikov ed il dissidente Vladimir Kara-Murza. A renderlo noto è stata la presidenza turca. L’Organizzazione nazionale di intelligence turca (MIT), ha stabilito “canali di dialogo” per raggiungere l’obiettivo. Gli 007 turchi hanno gestito le varie fasi dell’operazione “dall’inizio del processo di negoziazione fino all’ultimo momento in cui sono stati effettuati gli scambi”. Dieci persone, tra cui due minori, sono state trasferite in Russia, 13 detenuti in Germania e tre negli Stati Uniti. In un comunicato è stato confermata la “presenza” di Evan Gershkovich e Paul Whelan sono tra i soggetti rilasciati, così come del cittadino tedesco Rico Krieger, che era stato imprigionato in Bielorussia, e del politico di opposizione russo Ilya Yashin. Potrebbe essere “l’inizio di una nuova pagina per il mondo intero”, ha dichiarato la parlamentare russa Maria Butina alla Cnn. La stessa Butina, deputata alla Duma per Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, è stata prigioniera negli Stati Uniti e ha affermato che i prigionieri russi rimpatriati dagli Usa “hanno vissuto momenti orribili e avranno bisogno di tempo per riprendersi”. Joe Biden ha parlato di “un’impresa diplomatica”. “Nel complesso, ha detto Biden in una nota, abbiamo negoziato il rilascio di 16 persone dalla Russia, tra cui cinque tedeschi e sette cittadini russi che erano prigionieri politici nel loro stesso Paese”.
Il presidente statunitense ha ringraziato gli alleati “che sono stati al nostro fianco, nel corso di negoziati duri e complessi, per raggiungere questo risultato, tra cui Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia”. Per l’inquilino della Casa Bianca, è “un potente esempio del perché è fondamentale avere amici in questo mondo, di cui fidarsi e da cui dipendere. Le nostre alleanze rendono gli americani più sicuri”.


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