Giorgetti spera (ancora) di allungare le scadenze Pnrr: “Ma a Bruxelles hanno detto di no”
Il Pnrr sarebbe da rivedere, nelle scadenze, ma l’Europa, per adesso, “non vuole”. Lo ha affermato il ministro all’Economia e alle Finanze Giancarlo Giorgetti che, alla platea dell’assemblea dell’Unione italiana vini, ha dato appuntamento da qui “a un anno” per vedere se, eventualmente, Bruxelles accetterà di rimodulare scadenze e tempi del piano.
Il ministro ha riferito che, secondo lui, le scadenze del Pnrr sono un po’ troppo risicate. E, a tal proposito, ha affermato: “Per il Pnrr sarebbe stato razionale prevedere una scadenza temporale più normale”. E, invece, toccherà finire tutto entro, e non oltre, il mese di giugno del 2026. “L’Europa – ha spiegato Giorgetti – non può vivere con decisioni prese solo nell’emergenza, come è stato il caso del Pnrr con un debito europeo messo in piedi in fretta e furia che ha creato una politica keynesiana all’amatriciana”. E quindi ha aggiunto: “A mio giudizio sarebbe più realistica una determinazione delle tempistiche che sia più utile per i Paesi, per le imprese e per l’Europa stessa”.
Giorgetti ha poi ricordato che nelle sedi europee “hanno già detto no” all’ipotesi di una proroga del termine. Ma non si è dato per vinto: “Ne riparliamo tra un anno”.
Le parole del ministro hanno scatenato, va da sé, la polemica politica da parte delle minoranze. Secondo il deputato dem Piero De Luca: “Le parole del Ministro Giorgetti che auspica un rinvio delle scadenze e del cronoprogramma del Pnrr confermano quanto stiamo denunciando da mesi. Siamo in grave ritardo. Il Governo sta fallendo nella missione storica di attuare in modo puntuale e tempestivo il Piano. Tra rinvii e revisioni dei progetti di investimento, rischiamo un disastro nei prossimi 2 anni, in cui saremo chiamati a mettere a terra circa 60 miliardi di euro. Altro che entusiasmo della premier Giorgia Meloni e del Ministro Fitto”.
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