Politica

La Sardegna porta l’autonomia differenziata davanti alla Corte Costituzionale

di Cristiana Flaminio -


Autonomia differenziata, la Sardegna apre il valzer dei ricorsi giurisdizionali davanti alla Corte Costituzionale. È stata la governatrice dell’Isola, Alessandra Todde, ad annunciare l’iniziativa che partirà da Cagliari. Per l’esponente del M5s, si tratta di una “legge che mina la nostra specialità, che ci danneggia e che rappresenta una minaccia per il principio fondamentale di uguaglianza tra tutti i cittadini”. Pertanto, Todde si dice “orgogliosa che la Sardegna sia capofila in questa battaglia, in difesa di chi ha di meno e contro la volontà di questo governo di aumentare una disparità inaccettabile tra i territori”. La governatrice sarda ripercorre i motivi alla base della lotta che la Regione ha inteso ingaggiare sul fronte della nuova legge sull’autonomia differenziata: “La Sardegna non può tollerare una legge che favorisce le Regioni più ricche, a discapito dell’equità e della solidarietà nazionale oltre che delle prerogative costituzionali che ci sono state riconosciute attraverso il nostro Statuto. Stiamo lottando per garantire che ogni sardo e ogni cittadino italiano siano trattati con la stessa dignità e avere le stesse opportunità, ed è nostro dovere opporci a scelte politiche che indeboliscono il nostro Paese, vorrebbero silenziare le Regioni più povere e metterci gli uni contro gli altri”.

La scelta di Todde, però, innesca la polemica. All’iniziativa ha replicato il deputato sardo di Fratelli d’Italia, Francesco Mura, secondo cui “con l’impugnazione della legge sull’autonomia differenziata, la Sardegna nostro malgrado abbandona definitivamente la storica battaglia sull’autonomia e la conseguente capacità di autodeterminazione”. Ma non basta: “Non esistono due livelli di azione o di pensiero su argomenti così importanti e delicati, o si è a favore del principio di distribuzione delle competenze e quindi per l’autogoverno dei territori o si è contro – continua  Mura -. La presidente Todde ha scelto di stare contro, rinunciando definitivamente alla storica battaglia della Regione Sardegna per avere riconosciuto il diritto di autonomia, autogoverno e di autodeterminazione sempre più indispensabile in tempi di grandi aggressioni speculative che minacciano la Sardegna su temi e argomenti che si potrebbero governare decisamente meglio con il trasferimento reale delle competenze a favore delle regioni”. L’esponente di Fdi ha concluso: “Con l’approvazione della legge sull’autonomia, il governo ha mostrato grande fiducia nei confronti dei territori e della loro capacità di programmare il loro futuro, abbandonando le vecchie logiche centraliste e sarebbe stata la giusta occasione per la Sardegna di riscrivere e ricontrattare la specialità del proprio statuto, invece la presidente Todde ha scelto di essere parte minoritaria del progetto grillino rinunciando da subito ad essere presidente della Sardegna”.


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