Cronaca

Sarco: La capsula del suicidio che divide l’opinione pubblica

di Gianluca Pascutti -


Per la prima volta è stata usata in Svizzera Sarco la capsula del suicidio. Una donna americana di 64 anni si è tolta la vita premendo un pulsante dopo essere entrata nella bara fai da te. La polizia intervenuta subito dopo il decesso della signora ha dichiarato ai media di aver arrestato diverse persone contro le quali è stato avviato un procedimento penale per istigazione al suicidio. Procedimento avviato dopo la dura presa di posizione della ministra della Sanità elvetica Elisabeth Baume-Schneider che, intervenendo in parlamento, ha chiarito che la capsula Sarco non è conforme alla legge. Questa macabra capsula futuristica, progettata per consentire un suicidio assistito, diventata ora un argomento controverso nel dibattito bioetico globale. Ideata dal dottor Philip Nitschke, noto attivista pro-eutanasia è destinata a offrire una morte rapida e indolore a coloro che, per ragioni di sofferenza fisica o psicologica, desiderano porre fine alla propria vita in modo autonomo. Il nome “Sarco” deriva dall’abbreviazione di “sarcofago”, simbolo della transizione tra la vita e la morte. La capsula è realizzata in modo tale che chi la utilizza possa auto-attivarla senza assistenza medica diretta, riducendo così la necessità di coinvolgimento di terzi. Questo aspetto è centrale nell’ideologia di Nitschke, che sostiene il diritto di ciascuno di poter decidere in autonomia come e quando morire. Sarco funziona riducendo rapidamente il livello di ossigeno all’interno della capsula attraverso l’introduzione di azoto, provocando una morte pacifica e quasi immediata per asfissia. Gli ideatori affermano che non vi sia dolore, ma una graduale perdita di coscienza seguita dal decesso. Nonostante le intenzioni dichiarate di alleviare sofferenze insopportabili, Sarco ha suscitato forti polemiche. Forti le critiche di rappresentanti religiosi e esponenti del mondo medico i quali ritengono che la disponibilità di una simile tecnologia rischi di banalizzare il suicidio, soprattutto per le persone vulnerabili. Alcuni temono che questa soluzione possa essere utilizzata in modo affrettato, senza valutare alternative terapeutiche o di supporto psicologico.


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