Santanchè riferisce in Senato: “Nessun avviso di garanzia. Su di me campagna di odio”
“Non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia“. Queste le parole della ministra del Turismo, Daniela Santanchè che ha riferito in Senato di questo pomeriggio, nell’informativa richiesta dopo le indiscrezioni di stampa – in seguito ad una puntata di Report – su presunta irregolarità delle sue aziende Visibilia e Ki Grou.
“Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi” ha dichiarato, confermando ancora di non essere interessata in nessuna indagine. “Se avessi ricevuto un mai arrivato avviso di garanzia ve lo avrei detto, perché per me non sarebbe cambiato nulla di una virgola: né la mia fiducia nella magistratura né le mie convinzioni sulla mia vicenda”, rimarca, ricordando che “ho impegnato tutto il mio patrimonio per salvare le aziende, sfido a trovare qualcuno che faccia lo stesso”. E guardando alla propria posizione ha dichiarato: “Ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti”, precisando come dalla stampa arrivano “pratiche sporche e schifose”.
Santanché ha definito questa vicenda come una vera e propria “strumentalizzazione politica”. “Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che devo a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo. Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario” ha scandito la ministra.
Intanto, le opposizioni chiedono le dimissioni della ministra. “Non ci può essere una ministra che ha un debito per lo stato di quasi tre milioni. Sono fatti per cui altri ministri in Italia e in Europa si sarebbero già dimessi”. A dirlo la segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo su Rai3. E alla domanda se il Pd avesse intenzione di presentare una mozione di sfiducia, Schlein ha risposto: “Abbiamo chiesto a lei di venire a riferire in Aula. Trovo già grave che vengo solo al Senato e non alla Camera. Ascolteremo e valuteremo cosa fare”.
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